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Il sindaco Sala striglia i dipendenti del Comune: “Un po’ di inglese lo devono parlare”

“In una città internazionale come Milano chi lavora in Comune e si confronta con il pubblico deve fare uno sforzo in più sull’inglese”. Lo ha detto il sindaco Beppe Sala, intervenendo alle celebrazioni per i 110 anni della Cgil alla Camera del Lavoro.
A cura di F.L.
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Beppe Sala col sindaco di Londra, Sadiq Khan
Beppe Sala col sindaco di Londra, Sadiq Khan

Milano viene dipinta sempre come la città più internazionale d'Italia, metropoli allo stesso livello della altre grandi città del mondo. Eppure, per essere veramente tale manca qualcosa: la padronanza dell'inglese da parte dei suoi dipendenti comunali. Lo ha sottolineato il sindaco Beppe Sala, intervenendo alla celebrazione per i 110 anni della Cgil alla Camera del Lavoro: "Se vogliamo una città aperta, che voglia confrontarsi con il turismo, dobbiamo trovare una formula per cui la componente dell'amministrazione comunale che si confronta con il visitatore un po' di inglese lo deve parlare", ha detto il primo cittadino.

L'internazionalizzazione di Milano è una delle priorità di Sala

Per Sala l'internazionalizzazione della città è una delle priorità: lo dimostra anche la volontà di portare a Milano una delle agenzie europee (l'Ema, sui medicinali o l'Eba, sulle banche) che dopo la Brexit dovranno spostarsi da Londra. Ma "in una città internazionale come Milano – ha ribadito il sindaco – anche noi che lavoriamo in comune, quantomeno chi si confronta con il pubblico, dobbiamo sull'inglese fare uno sforzo in più". Le parole del sindaco hanno trovato subito un sostegno importante, quello del segretario generale della Camera del Lavoro di Milano, Massimo Bonini: "L'idea è corretta, se Milano vuole posizionarsi a livello internazionale questo è un passaggio cruciale", ha affermato a margine della cerimonia. Bonini ha però sottolineato come "quello dell'inglese è un problema generale, non credo che sia solo di Milano o solo dei dipendenti pubblici" ma "un problema del Paese". Le radici? "Partono dalla scuola – secondo il segretario generale della Camera del Lavoro, ma – non per colpa degli insegnanti che fanno quello che possono in maniera egregia. Ci vorrebbero programmi più precisi".

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