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Il Pirellone ai medici di famiglia: “Lavorate di più”. Esplode la polemica

L’approvazione di un ordine del giorno del Consiglio regionale lombardo nel quale si invitano i medici di base a lavorare di più ha scatenato la polemica: i medici di famiglia stanno tempestando di mail i consiglieri protestando contro i dati su compensi e ore di lavoro riportati nel testo dell’ordine del giorno.
A cura di F.L.
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Un ordine del giorno approvato lo scorso 5 agosto all'interno della riforma regionale della sanità sta provocando in queste ore una vera e propria battaglia tra il Pirellone e i medici di famiglia lombardi. A raccontare questa polemica è il quotidiano La Repubblica, che spiega come il testo approvato, presentato dalla consigliera Maria Teresa Baldini (ex maroniana ora al gruppo misto) e votato con 62 voti favorevoli su 66, suoni come una strigliata ai medici di base, invitati a lavorare di più. Un invito sottinteso in quella richiesta di sensibilizzazione a governatore e giunta affinché "sia uniformata il più possibile la reperibilità dei medici di medicina generale con orario 8-20 nei giorni feriali e turnazioni nei festivi".

Il Pirellone ai medici di famiglia: "Lavorate di più". Esplode la polemica

L'ordine del giorno si basava su uno studio del Sindacato medici italiani (SDmi), seocndo il quale i medici di famiglia lavorerebbero 24 ore a settimana contro le 38 dei loro colleghi ospedalieri. Questo, nonostante una retribuzione pressoché simile: 76.464 euro per i primi e 76.518 per i secondi. Ma lo studio, secondo lo stesso Smi, sarebbe stato utilizzato fuori dal suo contesto, in maniera errata: è infatti un "errore grottesco" secondo il segretario del sindacato Enzo Scafuro paragonare liberi professionisti a dipendenti.

Dal canto loro, i medici di famiglia hanno iniziato una protesta plateale che si è tradotta anche in un mailbombing: sia il segretario della Federazione dei medici di medicina generale che il presidente dell'Ordine dei medici di Milano stigmatizzano l'odg approvato, sottolineando come i medici di base siano anche datori di lavoro che impiegano circa mille persone tra segretari e infermieri. Adesso, se dal Consiglio non arriverà una puntualizzazione, si prevede che la polemica potrà andare ancora avanti.

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