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Il medico italiano non parla inglese, cacciato dall’ospedale: “Un rischio per i pazienti”

Alessandro Teppa, urologo 45enne, è stato sospeso a causa del suo livello insufficiente di inglese. Ha ancora bisogno di un interprete e i giudici hanno deciso: “E’ un pericolo per i pazienti”.
A cura di Biagio Chiariello
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Esame di inglese non superato per un urologo italiano, nato 45 anni fa a Brescia. Alessandro Teppa, è stato infatti sospeso dall'incarico per nove mesi perché non ha superato il test della lingua reso obbligatorio per i medici europei che lavorano nel Regno Unito da una legge del 2014. A nulla è servito il fatto l’esperienza di Teppa. Lui che è considerato un vero e proprio luminare al Royal Bournemouth Hospital di Dorset e all’ Hallamshire di Sheffield, grazie anche ai suoi viaggi di lavoro in tutto il mondo (Australia, Brasile e Giappone, solo per nominare alcune delle nazioni dove il medico bresciano ha operato) e interventi ben riusciti. Teppa aveva preso l'abilitazione alla fine degli anni Novanta, la licenza nel 2012. Nonostante siano passati diversi anni da quando  si è trasferito in Regno Unito, ha ancora bisogno dell'interprete per capire e farsi capire dai pazienti e dai colleghi. Lui è tra le prime ‘vittime' europee (primo caso assoluto in Gran Bretagna) della legge che dal giugno 2014 obbliga le autorità inglesi a verificare le capacità linguistiche del personale sanitario.

"E' un rischio per i pazienti"

Le sue capacità professionali non sono dunque bastate. Il risultato dello Ielts, il test dedicato a chi vuole trasferirsi per lavoro nei Paesi anglofoni, non lascerebbe spazio al caso: il livello del suo inglese è insufficiente. E così il tribunale medico ha stabilito che le istruzioni date nel suo cattivo inglese rappresentassero "un rischio significativo per i pazienti". Così il dottor  Teppa, tornato per il momento a lavorare in Italia, tra un turno e l'altro in sala operatoria, è costretto a prendere lezioni d'inglese. “Non so se tornerò a lavorare in Inghilterra ma raggiungerò il livello necessario per tornare a farlo: lo farò per orgoglio personale”, spiega.

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