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Il macchinario per l’ecografia è rotto: turista milanese muore in ospedale a Tropea

È accaduto all’ospedale di Tropea. La donna si è presentata al presidio ospedaliero in preda a forti dolori ma è stata rimandata a casa per ben due volte. Ricoverata infine all’ospedale di Vibo Valentia, dove l’hanno sottoposta agli esami che a Tropea le erano stati negati, è deceduta per intestino perforato dopo poche ore. La rabbia dei figli: “Al Nord non sarebbe successo”.
A cura di Angela Marino
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Un caso di malasanità in cui le responsabilità sono da accertare quello di cui è rimasta vittima Gilda Rizzo, milanese in vacanza in Calabria, morta per intestino perforato all'ospedale di Vibo Valentia. La tragica storia di Gilda ha inizio il 22 quando, su consiglio dalla guardia medica, si fa visitare al pronto soccorso dell'ospedale di Tropea. La donna lamenta dolori lancinanti allo stomaco. Nonostante il quadro richieda ulteriori accertamenti diagnostici i medici la rimandano a casa dopo averle somministrato due flebo di soluzione fisiologica. Anche gli esami del sangue mostrano valori evidentemente alterati ma la paziente viene dimessa. Il lunedì successivo, raccomandano al nosocomio, dovrà sottoporsi a un'ecografia. Il 24 agosto, come richiesto dai sanitari, Gilda torna in ospedale per l'esame: l'ecografo è rotto da due mesi e anche stavolta la donna viene rimandata a casa in preda a fortissimi dolori.

L'inutile corsa all'ospedale di Vibo Valentia

Le condizioni della donna non migliorano e gli esami del sangue continuano a segnalare un significativo abbassamento dell'emoglobina. Nel pomeriggio dello stesso lunedì 24 agosto i familiari di Gilda decidono di chiamare l'ambulanza e la donna viene ricoverata d’urgenza all'ospedale di Vibo Valentia dove, immediatamente, la sottopongono agli esami diagnostici necessari. I medici scoprono che l'intestino della paziente è perforato, ma per la donna oramai è troppo tardi. I medici non possono far altro che assistere la paziente fino all'imminente morte.

I figli della donna: "Da noi non sarebbe successo"

"Abbiamo presentato formale denuncia alla Questura, crediamo che quanto successo alla mamma non debba più accadere a nessuno , fino a ieri ascoltavamo esterrefatti le vicende che la cronaca riportava di alcune strutture ospedaliere dove i pazienti per negligenza morivano, oggi è toccato a noi. Nessun risarcimento ci ridarà mamma, la sua inutile morte serva però a scardinare ospedali fatiscenti gestiti in maniera dilettantistica, o creati per assegnare posti. Siamo certi che da noi, in Lombardia, questo non sarebbe capitato. " sono le parole dei figli di Gilda Rizzo. Massimo Girtanner coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia intende portare il caso all'attenzione del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: "Un ospedale per 7000 residenti con reparti di Oncologia,Urologia, Medicina e Chirurgia Generale, Oncologia ed altri non ha un ecografo? Mi chiedo come facciano le diagnosi, affidandosi alla palpazione dello stomaco come è successo per la nostra povera cittadina? Io in Calabria non andrò mai in vacanza è tra quelle regioni che se ti infortuni devi pregare il cielo di tornare a casa sano e salvo. Tutta la mia vicinanza alla famiglia della signora Gilda ".

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