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Il Comune vieta l’affissione dei manifesti animalisti contro la caccia: “Immagini troppo forti”

Il comune di Milano vieta l’affissione dei manifesti di una campagna contro la caccia della Lav – Lega antivivisezione: giudicate troppo forti le immagini di animali morti. Ma l’associazione chiede a Palazzo Marino di ripensarci e al sindaco Beppe Sala di prendere posizione.
A cura di Valerio Renzi
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Il comune di Milano ha vietato l'affissione dei manifesti della campagna della Lav – Lega Antivivisezione contro la caccia, lanciata con l'hashtag #bastasparare. La ragione? Le immagini di animali morti che l'accompagnano sono troppo forti, quelle immagini di una volpe, un uccello e un cervo uccisi non sono ritenute consone per apparire sui muri della città. Il prossimo week end l'associazione sarà nelle piazze di molte città italiane per sensibilizzare i cittadini sul tema e raccogliere le firme per un disegno di legge di abolizione della caccia.

Ma la Lav chiede a Palazzo Marino di ripensarci e al sindaco Beppe Sala di prendere posizione. Secondo l'associazione la motivazione dei tecnici del comune è infatti paradossale, visto che il divieto è arrivato proprio per "garanzia e tutela verso tutti quei cittadini particolarmente sensibili e che scelgono di non prendere parte alla caccia".

La Lav: "Decisione paradossale la censura dei manifesti"

"Si riconosce quindi che la caccia è un'attività violenta – scrivono quelli della Lav – giungendo al punto di censurare i manifesti che ritraggono animali uccisi dai cacciatori per tutelare la sensibilità dei cittadini non cacciatori, ma nel concreto si agisce al contrario, impedendo proprio una campagna di affissioni che si pone l'obiettivo di eliminare per sempre la caccia!".

“Con questa incomprensibile decisione – dichiara Massimo Vitturi responsabile Animali Selvatici della LAV – si mette di fatto il bavaglio proprio a quelle persone particolarmente sensibili che non solo scelgono di non prendere parte alla caccia, ma che operano concretamente ogni giorno perché un brutale passatempo, che in Italia consente l’uccisione di quasi 500 milioni di animali ogni anno, sia finalmente dichiarato fuorilegge”.

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