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Il comune di Brescia pronto a cedere il 5% di A2A solo se Milano farà lo stesso

Il comune di Brescia, attraverso il suo direttore generale, Giandomenico Brambilla, ha fatto sapere che il comune è disposto a cedere il 5% di A2A. La vendita sul mercato delle azioni, però, avverrà solo dopo il ballottaggio a Milano.
A cura di Valerio Barbato
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A2A

Il comune di Brescia è disposto a vendere fino al 5% del capitale di A2A, azienda italiana da 6,5 miliardi di fatturato. Il colosso del settore dei servizi, che opera anche in alcuni paesi europei, è una società quotata in borsa la cui proprietà appartiene per larga parte al comune di Brescia e al comune di Milano. Le due città si dividono in egual misura il 50% più due azioni di A2A e proprio per questo motivo Giandomenico Brambilla, direttore generale del comune di Brescia, ha voluto sottolineare la sua disponibilità a cedere una quota solo dopo che il nuovo inquilino di palazzo Marino si insedierà da sindaco.

La cessione del 5% della società, infatti, è subordinata alla vendita dello stessa quantità di capitale anche da parte del comune di Milano e, in assenza della volontà del futuro primo cittadino milanese, nemmeno Brescia – fa sapere Brambilla – sarebbe disposta a rinunciare a una parte di A2A.  "Entro il 30 settembre c’è tempo per rinnovare i patti”, ha spiegato il direttore generale, "ne discuteremo con il nuovo sindaco". Per quanto riguarda la vendita, se avverrà sul mercato oppure si tratterà con Cassa depositi e prestiti, Brambilla è stato chiaro: “Ritengo che avverrà sul mercato”.

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