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Il cardinale Scola: “Celebriamo anche le feste islamiche nelle scuole”

“Una società plurale deve essere il più possibile inclusiva, ma non può rinunciare al simbolo se no perde forza comunicativa”, ah detto il cardinale Angelo Scola nel corso di un incontro all’istituto dei ciechi di Milano.
A cura di Enrico Tata
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"Se in una classe il 30 per cento dei bambini sono di religione islamica, proviamo a raccontare le loro feste". Queste le parole del cardinale Angelo Scola in un'intervista rilasciata a Gianni Riotta all'Istituto dei ciechi per la giornata dedicata a San Francesco di Sales. "Una società plurale deve essere il più possibile inclusiva, ma non può rinunciare al simbolo se no perde forza comunicativa – ha spiegato Scola – Per questo sono critico nei confronti della laicità alla francese: non è pensabile creare uno spazio di neutralità, in cui tutti facciano un passo indietro sul tema delle religioni. Piuttosto, ciascuno si narri e si lasci narrare. Se aumentano i bambini musulmani, bisogna prendere qualcuna delle loro feste ed inserirle nella dimensione pubblica: spiegare, non vietare".

Sulla costruzione di una grande moschea a Milano, Scola ha ribadito il suo si, a patto che "sia rispettosa delle forme e presenze architettoniche già presenti in città. Non c’è vera libertà religiosa quando non ci sono luoghi di culto. L’importante è che si sappia chi la promuove, perché e con quali finanziamenti".

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