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Il bullo 17enne del Vigentino finisce in carcere: rapine, pestaggi e sfregi a coetanei

Un ragazzino di 17 anni, D.F., è stato arrestato dalla polizia di Milano e si trova adesso nel carcere minorile Beccaria. Il bullo era diventato il terrore dei suoi coetanei nel quartiere milanese del Vigentino. In due anni si è reso protagonista di una lunga scia di violenze: violente rapine al limite del tentato omicidio, pestaggi, insulti e aggressioni.
A cura di F.L.
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È finito in carcere, al Beccaria, il 17enne D.F., bullo che da anni terrorizza il quartiere Vigentino a Milano. L'arresto è arrivato al culmine di una lunga scia di violenze, iniziate quando il ragazzino aveva appena 15 anni. A quell'epoca, nel marzo 2015, a fare le spese dell'incomprensibile violenza dell'adolescente era stato un ventenne, sfregiato al viso in modo permanente con un taglierino.

Ma da allora il ragazzino, purtroppo, ha arricchito la sua carriera criminale. Come riporta il "Corriere della sera", sul 17enne esiste presso il commissariato di Scalo Romana un corposo fascicolo. Nel quale sono racchiuse tutte le sue "gesta": da un ragazzo picchiato e minacciato per il suo aspetto fisico a un 25enne vittima di una tentata rapina, finita con un tentativo di omicidio. Il bullo ha infatti pericolosamente avvicinato un coltello al suo polso, e solo la rapidità del 25enne nel liberarsi lo ha salvato da una possibile tragedia.

Altri episodi ancora lo scorso 4 aprile, quando il bullo era entrato in una scuola frequentata da un ragazzino picchiandolo con un piede di porco, pestando poi anche un professore che si era accorto della scena. L'ultimo episodio, che gli è valso l'arresto, lo scorso 21 giugno. Il 17enne si è presentato sotto il palazzo dove abita un altro ragazzino, anche lui detestato dal bullo per arcane e forse inesistenti ragioni. L'adolescente ha gettato due bottiglie incendiarie nell'androne dell'edificio, causando un piccolo incendio fortunatamente spento da un inquilino. È stato il residente a riconoscere il 17enne, un ragazzino magro con l'apparecchio ai denti. Da qui la denuncia alla polizia, che dopo diverso tempo è riuscita a rintracciare e arrestare il bullo. Che, almeno per un po' di tempo, potrà riflettere sui suoi comportamenti in carcere.

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