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I parlamentari “abusivi” per Sergio Ramelli

Il corteo per ricordare Sergio Ramelli, ragazzo del Fronte della gioventù barbaramente ucciso a Milano nel 1975, era stati vietato dal prefetto. E invece la manifestazione c’è stata, oplà, e evidentemente ci sono stati anche gli scontri, com’era immaginabile. Solo che la sorpresa vera non è trovare qualche sparuto gruppo di nostalgici mussoliniani con il braccio alzato ma riconoscere nel gruppo i parlamentari Carlo Fidanza, Paola Frassinetti, Marco Osnato e qualche rappresentante leghista.
A cura di Giulio Cavalli
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Ogni anno si ricorda la barbara uccisione di Sergio Ramelli, esponente della destra milanese barbaramente ucciso, appartenente al Fronte della gioventù. Sia chiaro, il problema non è commmemorare un giovane ucciso ma manipolare, strumentalizzare la sua morte per farne una parata fascista in centro città. Per questo la manifestazione era stata vietata dal Prefetto di Milano su raccomandazione del sindaco Beppe Sala. Nel momento in cui viene vietata una manifestazione, di norma, la manifestazione in uno Stato che funziona e ascolta le decisioni del Prefetto non si fa, semplicemente. Anche perché, va detto, nessuno ha vietato di ricordare la morte di Sergio ma ciò che si voleva evitare, visti anche i tempi, era soprattutto il ripetersi di gesti e di simboli fascisti che ormai sono all'ordine del giorno in un Paese che ha sdoganato il fascismo come se fosse una moda di passaggio che siamo costretti a sopportare.

Alla fine invece la manifestazione c'è stata, oplà, e evidentemente ci sono stati anche gli scontri, com'era immaginabile: solo che la sorpresa vera non è trovare qualche sparuto gruppo di nostalgici mussoliniani con il braccio alzato ma riconoscere nel gruppo Carlo Fidanza, Paola Frassinetti, Marco Osnato, il deputato Jari Colla e qualche rappresentante leghista, come dei bulletti qualsiasi.

Un Paese che in una manifestazione vietata vede sfilare bulletti che sono parlamentari o comunque figure istituzionali è un Paese che non riesce nemmeno a far rispettare le file per andare al cesso. Alcuni di loro hanno raccontato di essere lì per evitare incidenti (sì, ciao), fa niente che tra le forze dell'ordine ci siano addirittura due feriti, due, che chissà Salvini cosa direbbe se lo sapesse.

Sfidare un decreto prefettizio e finire in saluti romani (perché sì, poi è finita così) significa avere un senso dello Stato che rasenta lo zero e un senso di legalità che vale solo per la legalità propria e non per la legalità stabilita dalla Costituzione.

Abbiamo Parlamentari che fanno gli abusivi per difendere il saluto romano? Basta dirlo. E prendersene la responsabilità. Senza nascondersi. Se è vero che qualcuno (anche a sinistra) ha sfidato (e sfida) leggi che ritiene ingiuste (vedete il caso Diciotti) spiegando perché ritiene una legge ingiusta e spiegandoci perché ha deciso di infrangerla ora qui manca lo stesso identico passaggio. I parlamentari perché hanno partecipato a una manifestazione non autorizzata? Avranno la bontà di spiegarcelo?

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