Ordine dei medici: “A Bergamo andato tutto male: Stato assente, troppi i tagli alla sanità pubblica”
"A Bergamo è andato tutto male tranne lo sviluppo delle terapie intensive grazie alle forze produttive della società civile della città: dagli Alpini agli artigiani. Si è scambiato una emergenza di sanità pubblica per una emergenza di terapie intensive: non sono stati isolati i casi, non sono stati fatti tamponi o analisi epidemiologiche. I medici di famiglia sono stati mandati in giro senza dispositivi di protezione individuale e per questo ne sono morti cinque e in 150 si sono ammalati. E sono stati i primi a trasmettere i virus ai pazienti", così Guido Marinoni, presidente dell'Ordine dei medici di Bergamo, intervenuto questa mattina a Radio 24. Marinoni ha parlato della gestione errata dell'emergenza coronvirus in Italia e a Bergamo dove sono stati molti gli errori commessi: "Si è arrivati addirittura a proporre di spostare i malati Covid-19 nelle case di riposo separando le strutture internamente e siamo dovuti intervenuti per fermare questa cosa: tutto quello che si poteva sbagliare è stato sbagliato a partire da una politica territoriale sbagliata".
L'errore di tutti gli errori è stato non chiudere subito Nembro e Alzano
"Cosa è successo veramente a Bergamo non l'ha capito nessuno. Tutti abbiamo sottovalutato il problema all'inizio e spero che le altre regioni non facciano gli errori della Lombardia – ha continuato Marinoni – quando si è davanti a un problema bisogna mettere in atto le misure di sanità pubblica necessarie per contenerlo e così non è stato fatto. L'errore di tutti gli errori è stato non chiudere subito Nembro e Alzano quando forse si sarebbe potuto limitare il danno". E in merito anche alle scelte sbagliate iniziale perpetrate dall'amministrazione comunale ha detto: "È vero che i bergamaschi hanno pensato a lavorare perché sono fatti così: e tutta questa voglia di fare e di non inginocchiarsi unita a una incapacità tecnica di gestione e una errata interpretazione del problema ha prodotto tutto questo".
I dati forniti dalla Protezione Civile non servono a niente
E in merito alle responsabilità del governo ha detto: "È mancata la catena di comando: lo Stato non c'è stato per questo è difficile attribuirgli le mancate responsabilità. Sono state le aziende e i privati che hanno donato mascherine e dpi, lo Stato invece non ha provveduto in nessun modo a fornire il materiale utile – la denuncia del presidente dell'Ordine dei medici di base – lo avremmo pagato ma non ci è stato mai fornito. I dati forniti dalla Protezione Civile? Sono privi di utilizzabilità. Si sono scambiati i dati dei ricoverati per dati dei malati, si sono scambiati i dati dei morti per i morti in ospedale. In Lombardia si possono fare 5.500 tamponi al giorni quindi parlare di test e tamponi indispensabili in questo momento è assurdo perché non hanno le capacità.
In Italia medici e sanità sono visti come una spesa non come produttori di salute
E mentre l'Italia è il paese europeo più colpito con il numero più alto di contagi e decessi da coronavirus, il paese più virtuoso risulta la Germania alla quale è stato riconosciuto il merito di aver previsto l'arrivo della pandemia e dunque di aver saputo contenere i danni: "In Germania c'era quasi il quadruplo dei posti di terapia intensiva rispetto all'Italia, o anche alla Francia e alla Spagna, lì hanno fatto politiche di sanità pubblica efficaci – ha spiegato Marinoni – qui invece abbiamo considerato la sanità e i medici come produttori di spesa non come produttori di salute, quindi c'è stato un depotenzionamento drammatico del servizio sanitario nazionale che è stato uno dei motivi. Si è tagliato negli ospedali, si è tagliata la medicina di famiglia ed è stata tagliata la sanità pubblica affidata alle aziende sanitarie ospedaliere"