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Guerriglia a Milano, Alfano riferisce alla Camera: “Volevano colpire la Scala e la Borsa”

Oggi il ministro degli Interni Angelino Alfano ha relazionato alla Camera in merito agli scontri del 1 maggio a Milano durante il corteo dei No Expo. Il Guardasigilli ha rivendicato l’azione della polizia e del lavoro d’intelligence. Critiche le opposizioni.
A cura di Valerio Renzi
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Più di così non si poteva fare, questo è quello che è sembrato volesse dire oggi alla Camera il ministro degli Interni Angelino Alfano sugli scontri del primo maggio a Milano. Rispedisce al mittente le accuse di scarsa prevenzione e di aver lasciato fare in piazza il proprio comodo alle frange più radicali dell'antagonismo. "Vorrei essere molto preciso: l'azione preventiva è stata svolta ad ampio raggio e con largo anticipo rispetto alla manifestazione del primo maggio. – spiega Alfano in Parlamento – Abbiamo messo sotto osservazione l'area dell'antagonismo italiano ed i diversi circuiti dell'estremismo che si erano mobilitati in modo capillare. Gli elementi più pericolosi sono stati immediatamente individuati negli appartenenti al movimento anarco insurrezionalista". E poi tira in ballo il movimento contro l'alta velocità in Val Susa il Guardasigilli, parlando degli sviluppi investigativi sul fermo di cinque giovani francesi a Genova la notte tra il 1 e il 2 maggio: "Su uno di loro pare ci sia un collegamento con le frange violente dei No Tav". Ma che i val susini e il movimento contro l'alta velocità fosse in piazza non era certo un mistero per nessuno.

Applaude all'operato delle forze dell'ordine Alfano, "non solo per la consueta abnegazione e professionalità", ma soprattutto "per la lucidità del comportamento per niente scontata in un contesto operativo impervio". E a chi chiede perché un blocco di centinaia di persone sia riuscito ad attaccare banche, vetrine ed auto, Alfano risponde spiegando come la priorità fosse "tenere distinta la parte pacifica del corteo, sicuramente prevalente, si consideri che vi hanno aderito circa 20 mila persone. E' un fatto che la testa del corteo ha potuto proseguire e concludere il tragitto senza incontrare ostacolo o incorrere in incidenti". Un'azione quella di polizia che ha anche impedito agli antagonisti di raggiungere gli obbiettivi prefissati "come la Borsa, la Camera di Commercio ed in ultimo piazza della Scala ed il Duomo". Parole di apprezzamento anche per i cittadini che si sono mobilitati: "Vedo una straordinaria coesione intorno alla buona riuscita dell'Expo e ne è sinonimo anche toccante lo slancio ed il fervore con il quale i milanesi hanno voluto scendere in strada per cancellare i segni dell'oltraggio subito dalla loro città".

Ma se al ministro dell'Interno è arrivato il plauso degli azionisti di maggioranza del Governo, con l'apprezzamento del responsabile di sicurezza del Pd Emanuele Fiano che chiede "un'innovazione legislativa" per fermare preventivamente alcuni gruppi di manifestanti, critiche continuano ad arrivare dall'opposizione. Critico anche Monchiero di Scelta Civica: "Intelligence e prevenzione – rileva Monchiero – non hanno funzionato: lo dicono i fatti che registrano un fallimento di cui bisogna prendere atto. Non contro il ministro dell'Interno, certamente. Ma alcune cose devono cambiare". Duro Daniele Pesco del M5S: "Parliamo del nuovo insuccesso del ministro Alfano: la lista si allunga. Le sue scelte sono bieche e riprovevoli. L'ordine va fatto rispettare senza picchiare come si è fatto a Bologna. La responsabilità è solo sua".

A chiedere le dimissioni di Alfano è soprattutto la Lega: "Signor ministro, lei non merita quel posto. Se ne vada prima che venga presentata la nostra mozione di sfiducia", il presidente dei senatori della Lega Gianmarco Centinaio. Subito dopo dai banchi della Lega è stato alzato uno striscione con la scritta "Alfano dimettiti!", fatto prontamente rimuovere dalla presidenza di palazzo Madama.

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