Guerra (Oms): “Lombardia sarà pilota della riapertura, ma serve estrema cautela”
"Credo che la regione Lombardia sia il pilota di quello che accadrà nelle altre regione: deve essere estremamente cauta e valutare con attenzione sia la quantificazione di rischio sia i protocolli da attuare per rendere questo rischio pari a zero", così Ranieri Guerra direttore aggiunto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nella consueta conferenza stampa alla Protezione civile sull'emergenza coronavirus in Italia.
Valutare bene i rischi per capire cosa può riaprire e in base a quali requisiti
In merito alla riapertura della Lombardia ha spiegato che "la valutazione del rischio è la procedura essenziale per capire cosa può riaprire e in base a quali requisiti. Come si può mitigare il rischio fino a ridurlo a zero. Tenendo conto delle filiere e dei trasporti per i lavoratori. La Lombardia è il pilota di quanto accadrà nelle altre regioni". Guerra ha spiegato che si dovrà tenere conto di stato di salute dei lavoratori, classe di età a rischio, quale stato immunitario e suscettibilità al contagio e rischio esterno al posto di lavoro e che bisognerà chiamare in causa la parte datoriale per la sicurezza del luogo di lavoro e i sindacati per un adeguato comportamento dei singoli lavoratori: "Perché oltre alle necessarie protezioni c'è anche una responsabilità individuale", ha concluso Guerra.
La Lombardia pensa a una riapertura dal prossimo 4 maggio
Solo quest'oggi la regione Lombardia ha emanato alcune direttive da applicare in caso di una eventuale riapertura graduale a partire dal prossimo 4 maggio: in particolare aziende e uffici potrebbero riaprire le porte ai propri dipendenti ma solo dopo aver preso una serie di provvedimenti per mettere in sicurezza i lavoratori. L'apertura delle attività potrà avvenire, secondo la proposta della Lombardia, seguendo "quattro D", che corrispondono ad altrettante norme di sicurezza anti-coronavirus. La prima è la distanza, che dovrà essere di almeno un metro tra le persone. La seconda corrisponde ai dispositivi, con le mascherine che resteranno obbligatorie per tutti. La terza "D" è quella di digitalizzazione: il piano prevede l'obbligo di smart working per le attività che lo possono svolgere. Infine la Diagnosi: dal 21 aprile inizieranno i test sierologici al ritmo di 20mila al giorno. Queste misure saranno accompagnate da un piano per riaprire in orario scaglionato uffici e aziende e, successivamente, scuole e università.