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Covid 19

Vigilante dell’ospedale di Lodi contagiato dal coronavirus: riconosciuto infortunio sul lavoro

Il vigilante di 40 anni era in servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Lodi quando è scoppiata l’emergenza coronavirus. Un mese dopo si è sentito male e gli è stata diagnosticata una grave polmonite, con positività al covid-19. L’Inail ha riconosciuto l’infortunio sul lavoro: è il primo caso per un dipendente ospedaliero non sanitario.
A cura di Redazione Milano
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L'Inail ha riconosciuto l'infortunio sul lavoro a una guarda giurata in servizio all'ospedale di Lodi che ha contratto il coronavirus mentre lavorava al pronto soccorso. Il vigilante, 40enne lodigiano, era addetto al controllo degli ingressi al presidio sanitario fin dall'inizio dell'emergenza. Era al suo posto alla fine di febbraio, quando hanno cominciato ad arrivare decine e decine di malati con tosse, febbre, polmonite. In molti casi persone sprovviste di mascherine e altri dispositivi di protezione. Ed è rimasto in servizio fino al 4 aprile, quando anche lui ha iniziato a stare male egli è stata diagnosticata una grave polmonite, quindi la positività al covid-19.

Lodi, vigilante dell'ospedale positivo al coronavirus: riconosciuto infortunio sul lavoro

Il lavoratore, che è anche delegato sindacale, è ancora in convalescenza e in quarantena a casa perché tutt'ora positivo al virus. La sua richiesta è stata accettata dall’Inail che ha riconosciuto per la prima volta l’infortunio sul lavoro per coronavirus a un dipendente ospedaliero, ma non operatore sanitario. "È un risultato importante", ha spiegato a Il Giorno l’avvocato Monica Ferraioli che ha seguito il caso. Un successo ottenuto "grazie alla collaborazione del datore di lavoro, che ha segnalato all’Inail che il contagio del dipendente è senza dubbio avvenuto durante il servizio".

È la prima volta per un lavoratore che non è operatore sanitario

Sono oltre 150 i medici deceduti nel corso dell'epidemia,  a cui vanno aggiunte le vittime tra infermieri e operatori sanitari. Il numero esatto dei lavoratori contagiati nei presidi sanitari è sconosciuto. In Lombardia sono in corso da alcuni i test sierologici anche nelle strutture sanitarie. Partite dalle province di Bergamo, Brescia, Lodi, Pavia e dalle altre zone più colpite, le analisi sono state estese anche agli ospedali di Milano.

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