Gori: “Mai ricevuto pressioni per evitare la zona rossa di Nembro e Alzano”
Caos nel Consiglio comunale di Bergamo di ieri sera, lunedì 15 giugno, con alcuni esponenti dell'opposizione della Lega che hanno accusato il sindaco della città orobica Giorgio Gori di aver fatto pressioni affinché non venisse istituita la zona rossa tra Alzano Lombardo e Nembro. Il mancato isolamento dell'area nei momenti più bui dell'emergenza Coronavirus che ha colpito la bassa Val Seriana, ora oggetto di inchiesta da parte della procura di Bergamo, è stato argomento di un'accesa discussione tra il primo cittadino e i suoi accusatori.
Gori: Fontana mi disse di non avere poteri per creare la zona rossa
Così, il sindaco Gori ha rivelato un retroscena sconosciuto, secondo il quale "il 7 marzo, l’ultimo giorno prima che venisse chiusa tutta la Lombardia, il presidente Attilio Fontana disse a me e ad altri sindaci che aveva consultato i suoi esperti costituzionalisti, i quali sostenevano che la Regione non avesse potere di istituire la zona rossa". Il primo cittadino di Bergamo ha poi ricordato che "alla luce di quanto avvenuto in altre regioni ritengo che quella indicazione, ammesso l’abbia ricevuta, non era corretta, come poi ha ammesso l’assessore Giulio Gallera".
La difesa del sindaco: Mai ricevuto pressioni dagli imprenditori della Val Seriana
Per difendersi dalle accuse dell'opposizione, poi, Gori ha dichiarato con fermezza di non aver "mai ricevuto pressioni da imprenditori della Val Seriana" per evitare la chiusura totale dell'area. "Ho raccolto comprensibili preoccupazioni, ma nessuna pressione per evitare l'istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro", ha detto il primo cittadino, aggiungendo che "non solo quindi non mi attivai in tal senso ma, come provano le mie dichiarazioni, ero favorevole alla zona rossa e chiesi che si prendesse rapidamente una decisione".