Gli italiani tornano alla terra: meglio “zappare” che fare l’impiegato

In tempo di crisi economica, con il lavoro che manca o che non permette di poter condurre una vita dignitosa, sempre più giovani cercano di "inventarsi" un impiego nella veste di imprenditori. E impresa più fertile della terra non ce n'è. Questa almeno la conclusione che si può trarre dai dati proposti da Coldiretti Lombardia, che ha rilevato il boom di nuove aziende agricole tra il primo trimestre del 2014 e lo stesso periodo del 2015. Le aziende agricole under 40 sono passate in Lombardia da 112 a 148, equivalenti ad un +32%. Lecco, Como e Sondrio sono le province in cui la natalità imprenditoriale è stata maggiore.
Imprenditorialità femminile. Nei primi tre mesi dell'anno in corso, un'azienda agricola su quattro è stata avviata da una donna: quote rosa presenti soprattutto a Lecco (50% dei casi), Como (40%), Bergamo (36,8%) e Varese (33,3%) che fanno registrare dati superiori alla media regionale (26,4%). La presenza femminile si nota soprattutto negli agriturismi, che in Lombardia sono circa 1.500 gestiti per metà da donne.
Imprenditorialità giovanile. Le aziende agricole aperte da giovani sono presenti soprattutto a Lecco (50% del totale nel settore), Como (47,6%), Sondrio (45,8%), Monza e Brianza (42,9%) e Varese (40,9%). I giovani imprenditori prediligono investire il proprio futuro nell'allevamento (49%), nella coltivazione dei cereali (38%), in quella di ortaggi (14%) ed alberi da frutto (11%). Il tutto portando nel settore una ventata di modernità grazie all'uso delle nuove tecnologie: il 50% delle nuove imprese è presente sul Web con siti aziendali, pagine fan su Facebook e profili Twitter.
Chi sono i nuovi imprenditori. Il profilo di chi "torna alla terra" è eterogeneo. C'è chi ha una formazione specifica nel settore (perito agrario, agrotecnico, scienze agrarie, viticoltura ed enologia), ma anche chi viene da altri settori come meccanica, ingegneria elettronica, geometri ed esperti di pubbliche relazioni. Nel 36% dei casi chi sceglie questa strada imprenditoriale segue la propria passione, mentre il 26% porta avanti l'azienda di famiglia.
Il punto, spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia, è che "per le nuove generazioni fare l’agricoltore non è più una vergogna o un mestiere poco qualificato, ma rappresenta invece un modo per costruire il futuro e trovare una nuova dimensione di vita". Secondo un'indagine Coldiretti/Ixe’ sempre più giovani – il 54% – preferiscono fare l'agricoltore piuttosto che lavorare in una multinazionale (21%) o fare gli impiegati in una banca (13%).