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Gli impiantano un pacemaker difettoso: ora nessuno vuole sostituirglielo

È il caso di un 56 campano operato all’ospedale di Vallo della Lucania per l’impianto di un peacemaker. Dopo un mese l’azienda produttrice, l’americana St. Jude Medical, con sede in Italia ad Agrate nel milanese, dirama un avviso per ritirare tutti gli apparecchi in quanto malfunzionanti. Ma quando il paziente chiede la sostituzione gli viene rifiutata.
A cura di An. Mar.
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Ad un mese dall'intervento chirurgico al cuore con l'installazione di un pacemaker nessuno si era accorto che l'apparecchio era difettoso. Lo ha scoperto da solo un paziente di 56 anni residente in Campania operato al cuore a luglio 2014, all'ospedale San Luca di Vallo della Lucania. L'uomo si era incuriosito sul funzionamento del suo pacemaker dopo aver visto un programma in Tv che parlava di casi di malfunzionamento dei defibrillatori cardiaci. A costruire il pacemaker è la St. Jude Medical, azienda americana con sede in Italia ad Agrate nel milanese. Appena un mese dopo dell'intervento l'azienda multinazionale aveva diramato una comunicazione a tutte le autorità sanitarie avvertendo che il tipo di pacemaker impiantato anche al 56enne, era difettoso e non doveva più essere impiantato ai pazienti con problemi cardiaci.

Il modello "Ellipse", infatti, per ammissione stessa dell'azienda presenta "un’anomalia del condensatore". Nessuno però aveva allertato il 56enne campano che, venuto a conoscenza da solo dei problemi di funzionamento del suo pacemaker si è rivolto alle St. Jude Medical di Agrate per la sostituzione. Dall'azienda hanno minimizzato i rischi per la salute. Al 56enne non è rimasto che rivolgersi la sostituzione del suo pacemaker, alle autorità sanitarie, dall'ospedale che lo ha operato fino al Ministero, senza, però, ricevere alcuna risposta. Nessuno dei soggetti interpellati ha voluto assumersi il rischio di una nuova operazione e del pagamento dei danni al malcapitato paziente. La St. Jude Medical è la stessa azienda che – come riporta "Il Giorno" – produceva un defibrillatore di tipo diverso che provocò l’arresto cardiaco di una paziente milanese che da quattro anni ormai è dirotta in stato vegetativo. Il paziente campano ha presentato denuncia in Procura per ottenere il risarcimento e la sostituzione del pacemaker.

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