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Giornata dei giusti: a Milano targhe per Simone Veil, István Bibó e i premi Nobel Maathai e Mukwege

Due iniziative a Milano per celebrare la Giornata dei giusti dell’umanità istituita in memoria di chi si è opposto a tutti i genocidi salvando vite umane. Giovedì 14 marzo al Giardino dei giusti del Monte Stella verranno scoperte quattro targhe dedicate a István Bibó, Wangari Maathai, Denis Mukwege e Simone Veil, alla presenza tra gli altri del sindaco Sala e del presidente di Gariwo Gabriele Nissim. A Palazzo Marino saranno invece onorati i Giusti ricordati nel giardino virtuale del Monte Stella.
A cura di Redazione Milano
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Simone Veil
Simone Veil

Giovedì 14 marzo si terrà a Milano una cerimonia per celebrare la "Giornata dei Giusti dell’umanità", solennità civile istituita dal Parlamento europeo nel 2012 (e in Italia nel dicembre del 2017) per ricordare chi ha salvato vite umane opponendosi a tutti i genocidi e che cade ogni 6 marzo. Due le iniziative che si svolgeranno nel capoluogo lombardo, dopo il concerto in Duomo degli scorsi giorno: al Giardino dei giusti del Monte Stella saranno scoperte quattro targhe in memoria dell'intellettuale ungherese István Bibó, dell'ambientalista keniota Wangari Maathai, Nobel per la pace nel 2004, del medico congolese Denis Mukwege, premio Nobel per la pace nel 2018 e di Simone Veil, ebrea francese sopravvissuta alla Shoah, magistrata e politica che è stata la prima Presidente del Parlamento europeo nel 1979.

La cerimonia si terrà alle 9.30 alla presenza tra gli altri del sindaco di Milano Beppe Sala (che è anche presidente dell'Associazione per il Giardino dei Giusti), del presidente di Gariwo (L'associazione "La foresta dei giusti" che si è battuta per il riconoscimento della Giornata dei giusti e ha fondato il Giardino dei giusti a Milano) Gabriele Nissim, del Console generale di Francia S.E. Cyrille Rogeau e di alcuni parenti e collaboratori dei Giusti a cui saranno dedicate le targhe. Il presidente di Gariwo Gabriele Nissim ha spiegato le scelte di quest'anno e anche il titolo della cerimonia ("L’Umanità a un bivio. Europa e Africa tra indifferenza e responsabilità"): "In un momento in cui l’identità politica e culturale del nostro continente è messa in forse e riaffiorano odio e antisemitismo – ha detto Nissim – abbiamo scelto Simone Veil e István Bibó, figure esemplari dell’impegno in difesa della dignità umana contro l’intolleranza generata dai populismi e dai nazionalismi che agitano tante nazioni. Accanto a loro – ha aggiunto il presidente di Gariwo – vogliamo onorare chi in Africa si è battuto e si batte per la tutela dell’ambiente, la democrazia e la pace, come Wangari Maathai e Denis Mukwege".

La cerimonia a Palazzo Marino

Alle 15 nella sala Alessi di Palazzo Marino verranno consegnate le pergamene per i Giusti che sono ricordati nel Giardino virtuale del Monte Stella (raggiungibile al seguente link: https://it.gariwo.net/associazione-per-il-giardino-dei-giusti-di-milano/i-giusti-2019-del-giardino-virtuale-19891.html). Interverranno il Presidente del Consiglio comunale di Milano Lamberto Bertolé e il Vicepresidente Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane) Giorgio Mortara. I Giusti che saranno onorati sono Adélaïde Hautval, Andrea Angeli, Maria Bertolini Fioroni, Padre Nino Frisia, Gherard Kurzbach, Guido Ucelli e Carla Tosi Ucelli, Ludwig “Luz” Long, Mons. JP Carroll Abbing, Giandomenico Picco e suor Leonella Sgorbati.

Tante le iniziative in Italia e nel mondo

Sono decine le cerimonie per la Giornata dei giusti che si terranno in altre città d'Italia e del mondo, negli oltre cento Giardini dei Giusti che fanno parte della rete GariwoNetwork. Da segnalare, il 18 marzo, la dedica di cinque nuovi alberi nel Giardino dei giusti di Villa Pamphili a Roma, tra cui quello in memoria di Antonio Megalizzi, il giovane reporter italiano ucciso nel 2018 in un attacco terroristico a Strasburgo, e la cerimonia prevista il 28 marzo al Giardino del Bene in Giordania dove verranno onorati i Giusti dell'accoglienza: Vito Fiorino, che il 3 ottobre 2013 salvò 47 naufraghi a Lampedusa e il responsabile del campo profughi giordano di Zaatari, Jehad Mattar.

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