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Covid 19

Galli: “Tampone fatto quasi solo a chi ha infezione avanzata, ecco perché percentuale morti alta”

Torna a parlare, ed aggiornare, sulla situazione Coronavirus in Italia, e nella fattispecie in Lombardia e a Milano, il primario infettivologo dell’ospedale Sacco Massimo Galli. Il focus del professore del nosocomio milanese, si pone sulla percentuale dei decessi che il Covid sta procurando nel Belpaese, metà dei quali (circa) registrati in Lombardia.
A cura di Filippo M. Capra
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Torna a parlare, ed aggiornare, sulla situazione Coronavirus in Italia, e nella fattispecie in Lombardia e a Milano, il primario infettivologo dell'ospedale Sacco Massimo Galli. Il focus del professore del nosocomio milanese, si pone sulla percentuale dei decessi che il Covid sta procurando nel Belpaese, metà dei quali (circa) registrati in Lombardia.

Tasso letalità: Alto perché tamponate persone con quadro clinico impegnato

"Nel mio ospedale, nell'arco dell'ultimo mese è deceduto il 15,4 per cento dei pazienti", spiega Galli, comparando il dato con quello dell'intera regione lombarda che si attesta sul 17 per cento dei casi totali. "Questo conferma che il tampone è stato fatto quasi solo alle persone con infezione avanzata", ha sottolineato il primario infettivologo del Sacco a Skytg24 che continua ribadendo che "il quadro clinico delle persone registrate è decisamente impegnato". Al contrario, se così non fosse, il professore garantisce che la letalità non avrebbe un tasso così alto e che in Lombardia ci sono "dalle 5 alle 10 volte" più contagi di quanti non se ne è a conoscenza ora.

Meno tamponi di quanto sarebbe necessario farne: Dati parzialmente veri

Galli si concentra poi sul discusso numero di tamponi effettuati ogni giorno che "non sono pochi ma sono assai meno di quanto sarebbe necessario". Ciò spiega perché i dati a nostra disposizione sono parzialmente veri. La buona notizia, come va testimoniando l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera da diversi giorni, è la riduzione di pressione sugli ospedali nei rispettivi pronto soccorso. Gli accessi gravi ai nosocomi stanno riducendosi man mano che il tempo trascorre e le persone rispettano le direttive dei decreti nazionali e delle ordinanze regionali: "Questa è la vera buona notizia", assicura Galli.

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