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Fontana: “Trasporto pubblico e gestione figli di chi torna a lavorare: mancano regole ben precise”

Il presidente della Lombardia Attilio Fontana torna a parlare della fase 2 dell’emergenza Coronavirus all’indomani dell’annuncio del Premier Giuseppe Conte sulle novità che riguardano i cittadini italiani a partire dal 4 maggio prossimo. Il governatore lombardo ha parlato di una “mancanza di regole ben precise per la riapertura”, oltre che di criticità relative alla sicurezza per il trasporto pubblico.
A cura di Filippo M. Capra
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Il presidente della Lombardia Attilio Fontana torna a parlare della fase 2 dell'emergenza Coronavirus all'indomani dell'annuncio del Premier Giuseppe Conte sulle novità che riguardano i cittadini italiani a partire dal 4 maggio prossimo. Interpellato sull'eventualità di poter allentare maggiormente le misure, Fontana ha ribadito di essere stato uno dei primi a volere misure più stringenti all'inizio, ricordando però anche che "dovremo convivere col virus finché non si individuerà un vaccino, e forse si sarebbe potuto allentare il condizionamento delle chiusure magari imponendo più attenzione nei controlli".

Fontana: Mancano regole ben precise per la riapertura

Il governatore lombardo, incalzato, dice che avrebbe "iniziato a riaprire in modo parziale e contingentato alcune attività commerciali. Magari qualche negozio alternando l'apertura mattino-pomeriggio, con un controllo accentuato di chi vi entra". Quello che è mancato al Governo, però, secondo Fontana non è il coraggio, perché bisogna semplicemente "rendersi conto della realtà in cui viviamo. Vero, in Lombardia ci sono ancora diversi contagi, ma se dovessimo aspettare l'R0 non apriremmo più per diverso tempo e non sarebbe fattibile perché si eliminerebbero una serie di comparti interi", spiega a SkyTg24. Nel nuovo decreto, annunciato ieri da Conte, ci sono però diverse criticità, come riscontrato anche dal sindaco di Milano Beppe Sala. Su tutte, quelle relative al trasporto pubblico e alla gestione dei bambini i cui genitori torneranno a lavorare: "Mancano regole ben precise per la riapertura", ha detto Fontana. "Come si fanno i controlli su trasporto pubblico? E poi, non si è detto nulla sulle famiglie e sulla gestione dei bambini. I bambini con chi restano? Questo è un grosso problema", aggiunge il governatore della Lombardia che offre un piano verso il quale la sua Giunta stava andando, ovvero quello di aprire dei micro centri estivi per i più piccoli: "L'Istituto Superiore di Sanità però ci ha detto che non è assolutamente possibile".

Tema mascherine: Obbligatorie se Protezione civile riesce a fornirne

Fontana, poi, parla anche delle richieste che verranno fatte all'esecutivo riguardo alla "mancanza di chiarezza" sulle misure annunciate ieri: "Io sono dell'opinione che uno dei due genitori debba rimanere a casa e che la mancanza dello stipendio debba essere sostenuta dallo Stato". Per questo, la Lombardia presenterà un'istanza facendo ulteriori proposte. Altro tema di dibattito è l'uso della mascherina, non obbligatoria all'aperto. Nella regione governata da Fontana, secondo una sua ordinanza, l'obbligo di coprirsi naso e bocca però potrebbe restare: "Firmerò una nuova ordinanza a tal proposito ma vorrei avere garanzie dalla Protezione civile per la fornitura di dispositivi di protezione individuale a tutti i cittadini", ha detto il governatore lombardo che, in chiusura, ha ribadito la massima disponibilità a collaborare con Roma "con la massima determinazione. Il liberi tutti – ha concluso Fontana – non sarà né qui né nel resto del Paese".

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