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Covid 19

Fontana: “Inaccettabile limitare la libertà degli over 60 nella fase 2 dell’emergenza Covid”

“Limitare la vita dell’ultrasessantenne mi sembra inaccettabile”, ha tuonato il presidente della Lombardia Attilio Fontana a Mattino Cinque, aggiungendo che è giusto considerare “percorsi differenziati”, ma la limitazione della “libertà alle fasce d’età è discutibile anche dal punto di vista costituzionale”.
A cura di Filippo M. Capra
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Continua il dibattito della politica italiana sulla ripartenza del Paese nella cosiddetta fase 2 dell'emergenza Coronavirus che ha fermato lo Stivale da un paio di mesi circa ormai. Per quanto riguarda la Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia Covid, il presidente Attilio Fontana ha più volte ribadito che la riapertura dovrà avvenire in sicurezza, poiché, come tutti, teme il ritorno del virus.

Il governatore: Inaccettabile limitare libertà agli over 60

Il governatore lombardo ha però voluto concentrarsi anche sulle categorie dei cittadini, oltre che dei lavoratori, che torneranno o meno alla "nuova normalità" decantata da ormai qualche settimana dalla Giunta Regionale. In particolare, Fontana si è espresso sulle possibili limitazioni ai cittadini over 60, ovvero coloro che sono più a rischio contagio e decesso per colpa del virus: "Limitare la vita dell'ultrasessantenne mi sembra inaccettabile", ha tuonato Fontana a Mattino Cinque, aggiungendo che è giusto considerare "percorsi differenziati", ma la limitazione della "libertà alle fasce d'età è discutibile anche dal punto di vista costituzionale". Il governatore lombardo offre quindi un suo spunto per rendere maggiormente efficaci le misure restrittive una volta che il Paese e la popolazione usciranno di casa: "Servirà prevedere maggiori attenzioni e che le attività che comportano un rischio maggiore non vengano compiute da chi è maggiormente a rischio contagio". Inoltre, Fontana suggerisce di aumentare "i controlli dal punto di vista sanitario" che potrebbero essere più frequenti per gli ultrasessantenni.

Fontana risponde a Sala: Stime non confermate dai dati ufficiali

In mattinata, il presidente della Lombardia aveva risposto al sindaco di Milano Beppe Sala che lo invitava a maggiore chiarezza sui dati del contagio in città, poiché diversi esperti parlano di fino a 300.000 casi contro i 7.000 registrati: "Sala cita stime epidemiologiche più ampie benché non ancora confermate da dati ufficiali", ha detto il governatore, che poi si è soffermato sulla condivisione dei timori che anche la Regione, insieme ai Comuni, nutre per la riapertura, mandando nuovamente un messaggio al primo cittadino milanese. "Se la preoccupazione del Sindaco è finalizzata a stabilire – così come si sta facendo in questi giorni insieme – le possibili aperture e la metodologia per farlo in sicurezza con gradualità e prudenza, dovrebbe già sapere che è anche la stessa preoccupazione della Regione", ha detto Fontana.

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