Fontana: “In Lombardia i medici non hanno mai dovuto scegliere chi salvare”
In un'anticipazione di Porta a Porta di questa sera, martedì 21 aprile, il presidente della Lombardia Attilio Fontana, ospite della trasmissione, dichiara che "uno dei momenti più drammatici è stato quando un professore, di grandissima esperienza, mi lanciò questo allarme: "Stanno finendo i letti in rianimazione, non mi metta in condizione di fare scelte estreme"". Il governatore lombardo spiega che il dottore in questione si mise a piangere poiché il rischio di arrivare a dover scegliere chi salvare a causa della scarsità di letti in Rianimazione era molto concreto. Però, a quanto dichiarato da Fontana, "non risulta che sia mai capitato". Fontana ha spiegato che la Lombardia è riuscita ad "aumentare i posti in terapia intensiva per consentire di curare tutti quelli che avevano bisogno".
Il governatore lombardo ha poi detto di essere "convinto che una riapertura ci dovrà essere perché c'é il rischio di dover convivere con il virus", motivo per cui bisogna attuare misure per avere una vita diversa e limitata. Fontana, comunque, ha auspicato che tali misure consentano "una ripresa, anche perché riuscire a tenere chiusa la Lombardia fino al 20 maggio temo che sarebbe quasi impossibile", ha chiosato.
Primario Rianimazione Bergamo: Potevamo fare meglio, ma altri hanno fatto peggio
Ad ammettere che il sistema sanitario lombardo abbia avuto qualche problema nella gestione dell'emergenza Coronavirus, c'è anche il primario del reparto di Rianimazione e Terapia intensiva dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il dottor Luca Lorini. "Sì, in Lombardia si poteva fare meglio o prima, ma uno tsunami di questa portata io non l'ho mai visto", ha detto all'Adnkronos il primario di uno dei nosocomi più colpiti dall'epidemia in Lombardia. Lorini ha però poi voluto sottolineare che "Madrid, New York e Londra hanno avuto il vantaggio di vederci e nonostante questo hanno fatto peggio di noi". Il primario invita quindi a riconoscere quanto di buono fatto dalla sanità: "Abbiamo fatto meglio di tantissimi Paesi".