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Flop per il raduno neonazista: pochi i presenti all’Hammerfest

Dopo le critiche, 250 i presenti all’ Hammerfest, il concerto europeo del rock neonazista svoltosi nello stesso capannone dello scorso anno, a Rogoredo.
A cura di Federica Gullace
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Nonostante le numerose critiche al riguardo, l’Hammerfest 2014, il concerto europeo del rock neonazista si è svolto, anche se in modo più contenuto e con meno della metà delle persone degli altri anni. Appena 250 i presenti rispetto ai 600 di un anno e mezzo fa, riunitisi nello stesso capannone a Rogoredo, in via Vincenzo Toffetti. Anche se le polemiche del sindaco Giuliano Pisapia, del Consiglio comunale, di Anpi e Cgil, e la diffida del questore Luigi Savina, avevano lasciato intendere la sospensione dell’evento, anche questa volta i neonazisti sono riusciti a vedersi, con i medesimi espedienti degli scorsi anni: “Un luogo privato e che non richiedeva, come stabilito dalla Corte costituzionale, alcun tipo di preavviso o autorizzazione da parte dell’autorità provinciale di pubblica sicurezza”. Per la riuscita della festa, sono state infatti sufficienti le promesse da parte degli organizzatori he hanno garantito lo svolgimento della manifestazione senza l'ostentazione di simboli o vessilli riconducibili al razzismo, l’antisemitismo o l’ideologia del partito fascista.

Così, dopo un primo finto appuntamento alle 14 a Carugate, probabilmente programmato per sviare eventuali controlli, domenica pomeriggio, a partire dalla ore 16, le teste rasate hanno cominciato a riempire il capannone di Rogoredo, al cui ingresso vi erano quattro uomini in pettorina rossa e simbolo legato alla galassia neofascista sul petto. A pochi metri, altri due controllavano che non si avvicinassero presenze sospette: stessa scena alla rotatoria di via Sulmona, dove però vi erano le volanti della Polizia. Inoltre, in piazza Duomo, durante le stesse ore, si stava svolgendo la mobilitazione promossa da Anpi e Libertà e Giustizia, al quale erano presenti tutti i partiti del centrosinistra e numerose associazioni, dall’Arci alle Acli, da Libera alla Comunità ebraica di Milano.

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