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“Figli orfani con genitori vivi”: l’arcivescovo Scola contro la fecondazione assistita

Dopo aver fatto visita alla Accademia Ambrosiana, l’arcivescovo Scola ha invitato la scuola ad approfondire gli studi nel merito della fecondazione assistita e dell’utero in affitto.
A cura di Federica Gullace
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Rischiamo di mettere al mondo figli orfani di genitori viventi”, ha esordito così l’arcivescovo di Milano Angelo Scola, che riferendosi al tema dell’“utero in affitto”, e della fecondazione assistita, la cosiddetta maternità surrogata che oggi permette di diventare genitore anche a chi non riesce a portare a termine una gravidanza, grazie ad una donna che accetta di affrontare gestazione e parto per altri, definendolo poi come “Il problema antropologico numero uno”.

Ha parlato in prima persona alle otto classi dell'Accademia Ambrosiana, l’arcivescovo Scola, che ha voluto mettere luce anche sul rischio  islamofobia: “C’è la necessità di un dialogo fra Cristianesimo, Islam ed Ebraismo come soluzione efficace ai rigurgiti di razzismo, islamofobia e antisemitismo, che in certi luoghi portano anche alla "barbarie di imporre una fede" con la forza”. Dopo aver ricordato che all'Ambrosiana vi sono diverse classi che comprendono programmi dedicati alle altre civiltà, l'arcivescovo ha invitato a una maggiore collaborazione fra le istituzioni accademiche della zona, aggiungendo però che questo non è assolutamente sufficiente, poiché i pericoli sono molteplici: "La cultura in questi momenti non deve chiudersi dentro l'alveo nobilissimo dell'accademia ma deve cercare positivamente la strada per parlare al popolo, per parlare nel nostro caso a tutta la città di Milano".

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