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Fase 2, torna al Sud chi era rimasto bloccato a Milano: “Voglio riabbracciare i miei genitori”

“La prima cosa che farò sarà abbracciare i miei genitori”. Decine di ragazze e ragazzi si sono messi in fila alla stazione Centrale di Milano per prendere il treno e tornare al Sud dalle loro famiglie. Sono i giovani che hanno deciso di rimanere due mesi fa, quando è iniziato l’isolamento. Non si sono registrati particolari problemi: chi doveva viaggiare si è presentato con biglietto, autocertificazione e carta di identità per i controlli prima di accedere al treno.
A cura di Simone Gorla
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"Sono stati mesi difficili, ma ci siamo adattati". Decine di ragazze e ragazzi si sono messi in fila questa mattina alla stazione Centrale di Milano per prendere il treno e tornare a casa al Sud. Tre treni alta velocità nella giornata del 4 maggio, la prima della tanto attesa fase 2, hanno portato nei loro comuni di residenza le persone che erano rimaste in Lombardia durante il lockdown.

Milano, decine di passeggeri in partenza per il Sud

Come previsto dal decreto del governo con le regole per la "nuova normalità" della fase due, in molti hanno potuto tornare nel proprio comune di residenza fuori regione e ricongiungersi con la famiglia. Non si sono ripetute le scene dell'inizio di marzo, quando una folla terrorizzata si era accalcata sulle scale e sulle banchine della stazione ferroviaria milanese per cercare di salire su uno degli ultimi treni in partenza. Questa mattina non si sono registrati particolari problemi: chi doveva viaggiare si è presentato con biglietto, autocertificazione e carta di identità per i controlli prima di accedere al treno. Le voci dei viaggiatori in partenza raccontano storie simili: la voglia di tornare in famiglia, rivedere i propri cari e mettere fine a un periodo difficile, tra solitudine e paura.

Le voci dei ragazzi: "Che fatica, ma è stato giusto rimanere"

"La prima cosa che farò sarà abbracciare i miei genitori", racconta una ragazza ai microfoni di Fanpage.it. "Ho dovuto contare solo sulle mie forze e quindi mi sento cresciuta. Questa è stata una cosa positiva", spiega una giovane in partenza. "Sono stati due mesi impegnativi, perché ero a casa da sola. Mi sono dovuta adattare a un altro stile di vita, con tutte le difficoltà che puoi incontrare anche solo per andare a fare la spesa". Chi parte oggi ha resistito alla tentazione di fuggire all'inizio dell'emergenza. "ho preferito non rientrare quanto c'è stato l'esodo a marzo. Ora torno per vedere i miei famigliari". Sono stati mesi lunghi: "È stato giusto fare così, ma ora ci danno la possibilità di tornare a casa".

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