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Fase 2, prove di ripartenza per i taxi: tra divisori, mascherine e l’incubo di un nuovo stop

Tra le categorie più colpite dagli effetti del lockdown in Italia, vi sono i tassisti. A Milano, come verificato da Fanpage.it, nel periodo di maggiore criticità dell’emergenza sanitaria ancora in corso, la cosiddetta fase 1, solo il 30 per cento dei veicoli giravano per strade della città, con incassi di lunga al di sotto della media stagionale. E molti di loro dovevano ripagare il mutuo per l’acquisizione della licenza. Ecco come la categoria sta affrontando questi primi giorni della fase 2: tra divisori, mascherine e l’incubo di un nuovo stop.
A cura di Filippo M. Capra
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Immagine di repertorio
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Durante la fase 1 dell'emergenza Coronavirus, una delle categorie più colpite, insieme a ristoratori e attività commerciali, è stata quella dei tassisti. Lo scarso numero di cittadini, e turisti, in giro per la città, ha messo in crisi i conducenti delle auto bianche, costretti a turni di lavoro poco redditizi e, molte volte, a dover rinunciare di uscire per non andare in rosso col bilancio quotidiano di entrate/uscite. Secondo quanto verificato da Fanpage.it, nella fase 1 che si è conclusa domenica 3 maggio, a Milano, appena il 30 per cento delle auto girava – per modo di dire – per le vie cittadine. Quasi tutti, però, passavano intere giornate ai posteggi taxi in attesa di clienti che non si vedevano arrivare all'orizzonte.

Con l'avvicinamento della seconda fase, il numero di veicoli è aumentato sino a toccare il 50 per cento della flotta originariamente in strada nel periodo pre-Covid (circa 5.000 veicoli), mentre da lunedì 4 maggio c'è stato un ulteriore aumento di presenze che hanno toccato il 75 per cento complessivo. Con la prima riapertura voluta dal Governo, però, non si sono registrati grandi aumenti di lavoro. Perché se è vero che da un lato è aumentata la domanda, è vero anche che l'offerta, incrementata del 25 per cento rispetto a due settimane fa, è riuscita a soddisfarla senza grandi patemi. A subire maggiormente le conseguenze del lockdown, sono stati i tassisti che sono subentrati negli ultimi cinque anni. Ogni anno, a Milano, c'è un ricambio di circa 200 conducenti l'anno che, per pagare la licenza, molte volte sono costretti ad aprire un mutuo, difficilmente sostenibile con gli scarsi ingressi di liquidità.

Per loro, però, non c'è stata alcuna cassa integrazione – a meno che non facessero parte di una cooperativa, che copre l'80 per cento della quota che mensilmente devono versare – e nemmeno un aiuto economico poiché non vi è alcun fondo comune da cui poter attingere in periodi di crisi. L'unica àncora di salvataggio sono stati i 600 euro messi a disposizione dall'Inps. Nemmeno il Comune, le cui casse sono state duramente colpite dagli effetti della pandemia, è riuscito a dargli una mano a livello economico, cercando però di supplire con la distribuzione di mascherine che è arrivato a 126.000 unità, delle quali 26.000 in arrivo direttamente dal Comune tramite donazioni e 100.000 dalla Regione, come spiegato nello scorso Consiglio comunale dal vice sindaco Anna Scavuzzo. Alle difficoltà economiche della prima fase dell'emergenza sanitaria, poi, si è aggiunta la paura di rimanere contagiati durante le ore di lavoro. I divisori in plexiglass che si notano su alcune vetture ora attive sono stati interamente pagate dai singoli tassisti poiché lo Stato non ha dato alcun aiuto economico nonostante fossero stati messi a disposizione, su Milano, 2 milioni di euro.

Il problema riscontrato nel decreto di metà marzo relativo ai divisori, è stato quello di doverne installare di omologati, ovvero paratie create con un materiale speciale che in Italia vengono prodotte da pochissime aziende e solo per i pullman. Per questo i 2 milioni di euro sono ancora bloccati e non utilizzabili. Per far fronte all'impossibilità di reperimento dei divisori omologati, allora, è stata emessa una circolare che permettesse ai tassisti di installare paratie non omologate da pagare di loro tasca. Ogni divisore in plexiglass viene a costare circa 80 euro più Iva. Il ministero dei Trasporti ha quindi infine dato solo alcune linee guida su come montarli, in modo che non interferiscano con i sistemi di sicurezza dell'auto.

Le lastre trasparenti non devono essere infatti poste nelle vicinanze di airbag e cinture di sicurezza e a una distanza di sicurezza tale per cui in caso di impatto o brusca frenata, i passeggeri non rischino di sbatterci contro, fatto salvo che l'obbligo di mettere la cintura di sicurezza vale anche per loro. Questo, in parte, spiega l'aumento di veicoli in servizio a partire da lunedì 4 maggio. I tassisti hanno ravvisato una maggiore sicurezza sanitaria, dovuta anche dall'ordinanza della Regione secondo cui ogni cliente è tenuto ad indossare mascherina e guanti nel momento in cui usufruisce del servizio. Qualora uno o più passeggeri non disponesse dei dispositivi di protezione individuale, i tassisti non sono più obbligati ad accettarli a bordo.

La situazione, quindi, al momento, non appare più buia come quella che si viveva solo qualche settimana fa, anche se per il futuro chi rappresenta la categoria è già entrato in contatto con l'assessore alla Mobilità di Milano Granelli per capire i margini di aiuto che i tassisti potranno ricevere. Considerato che anche le casse del Comune piangono, si ragiona su maggiori incentivi al cambio auto al posto dei soli 500/1.000 euro, ma per stabilire la nuova cifra servirà una delibera ad hoc. Per ora, le auto bianche continueranno a girare in città cercando di garantire a tassisti e clienti il minor rischio di contagio possibile e sperando di tornare ad incassare cifre quanto più vicine a quelle registrate prima dell'emergenza Covid. Il sentimento comune è quello di speranza che la ripartenza continui, anche gradualmente, senza arrestarsi nuovamente. Un primo bilancio verrà tirato al 18 maggio, al termine della prima parte della fase 2, quando si entrerà in quella che, da molti, è stata definita come la settimana cruciale e terminerà col 25 maggio. Solo allora si saprà se una delle categorie più colpite dal lockdown potrà tornare a viaggiare con maggiori garanzie economiche e vivere davvero la "nuova normalità" che riguarda tutti i cittadini.

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