Expo, il pm convoca Maroni in Procura ma lui non si presenta
Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, finito nel mirino della Procura di Busto Arsizio in un filone dell'inchiesta Expo, non si è presentato a un interrogatorio convocato al Tribunale di Milano, dove ora è stata trasferita l'inchiesta. Maroni ha ricevuto un avviso di garanzia in ragione di alcune presunte irregolarità su due contratti di collaborazione a termine su progetti per Expo, stipulati non dalla Regione ma dalle società Expo ed Eupolis e riguardanti due collaboratrici del governatore, Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio. Maroni, nell'inchiesta, è indagato per induzione indebita in un caso e per turbata libertà nella scelta del contraente nell'altro. Nonostante il largo anticipo con il quale era stato avvertito, Maroni, chiamato martedì mattina per fare luce sulla questione dal pubblico ministero Eugenio Fusco, titolare dell'indagine, ha dato forfait, adducendo un legittimo impedimento: "In Regione si discute di autonomie locali". E' la seconda volta che il governatore solleva l'impossibilità di comparire davanti al pm: successe anche lo scorso luglio.
Maroni e l'inchiesta sul tour di Expo a Tokyo
Nell'ambito della stessa inchiesta in cui è indagato Maroni il pm Fusco ipotizza che il governatore abbia fatto anche presunte pressioni per un viaggio a Tokyo nell'ambito del ‘World Expo Tour' fissato per la fine dello scorso maggio e a cui avrebbe dovuto partecipare la Paturzo. Il viaggio fu poi annullato dal governatore e il Pirellone fu rappresentato da una delegazione guidata da Mario Mantovani, vicepresidente e assessore alla Sanità.
L'invito a comparire per Maroni dovrebbe essere l'ultimo atto prima della chiusura dell'inchiesta e dell'eventuale rinvio a giudizio. Nella vicenda sono coinvolti anche Giacomo Ciriello, capo della segreteria di Maroni, Andrea Gibelli, segretario generale della Regione Lombardia e il direttore generale di Expo, Christian Malangone. L'ex direttore generale di Eupolis, Alberto Brugnoli, ha scelto invece di patteggiare: la sua richiesta di otto mesi con condizionale e non menzione sarà valutata il 16 dicembre dal giudice Andrea Ghinetti.