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Expo, il bambolotto nel passeggino per saltare la fila? Una bufala

Nei giorni scorsi sui social network era circolata la foto di quella che sembrava la trovata di alcuni turisti per evitare le lunghe file a Expo 2015: un bambolotto all’interno di un passeggino, spacciato per vero bambino. Si tratterebbe però solo di una bufala: il Cicciobello apparteneva a una bambina di 3 anni, legittima proprietaria anche del passeggino.
A cura di F.L.
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Un bambolotto nel passeggino con tanto di yogurt, biscotti e biberon. Come un vero bambino: questa era sembrata l’ultima trovata di alcuni turisti per evitare la fila a Expo 2015 ed entrare senza lunghe attese in un padiglione dell’esposizione universale milanese. Per la precisione il padiglione Zero, uno dei più visitati in assoluto. I tempi d’attesa a Expo sono sempre più lunghi e per questo ecco spiegati i tentativi di saltare la fila. A Expo chi ha con sé un bimbo nel passeggino entra senza fare code,e quindi si credeva che alcuni turisti avessero tentato di evitare lunghe attese con il trucco del bambolotto. La foto è stata scattata e poi condivisa su Facebook nel gruppo “Inside Expo”.

Il Cicciobello nel passeggino apparterrebbe a una bimba di 3 anni

Si tratterebbe, però, solo di una bufala, o per lo meno di una notizia non riportata in maniera corretta. A chiarire l'arcano è stata giovedì 22 ottobre la trasmissione radiofonica Lateral di Luca Bottura, in onda su Radio Capital. Sulla pagina Facebook della trasmissione è infatti arrivata la segnalazione di un ascoltatore, che sarebbe il padre della legittima proprietaria del Cicciobello, una bambina di nemmeno 3 anni. Secondo il suo racconto, in un primo tempo l'addetto del padiglione Zero era convinto che il bambolotto nel passeggino fosse stato effettivamente un trucco per saltare la coda. Poi però il genitore ha fatto presente che la carrozzina serviva a sua figlia, che in quel momento era in piedi accanto a lui. L'addetto, evidentemente divertito dall'episodio, ha chiesto poi di fare una foto al bambolotto nel passeggino, che come spesso accade è stata veicolata in maniera non perfettamente corrispondente al vero sui social network, originando l'abbaglio nel quale sono incorsi molti mezzi di informazione.

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