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Expo, guai per il padiglione Usa: casse vuote e creditori alla porta

Gli sponsor non hanno versato quanto ci si aspettava (il budget auspicato di 50 milioni di euro resta lontano) e le società che hanno costruito il padiglione devono ancora rientrare di circa 3 milioni di euro.
A cura di Enrico Tata
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Venti milioni di euro di arretrati e l’obiettivo di budget a quota 50 milioni di euro che resta lontano. Il padiglione degli Stati Uniti a Expo è nei guai. Stando a quanto riporta oggi Repubblica, tra i fornitori e la società no profit Amici del padiglione Usa, che gestisce lo spazio, la situazione è tesa. I ritardi nei pagamenti sono dovuti ai problemi nella raccolta fondi. Amici del padiglione Usa avrebbe già contattato gli sponsor più importanti per convincerli ad aumentare la loro quota, ma per ora, sembra, non ci sarebbe stata alcuna risposta. Per il momento nella cassa della società no profit che gestisce il padiglione ci sono pochissimi soldi. I creditori più esposti, sempre secondo quanto scrive Repubblica, sarebbero Nussli, Uvet e Simmetrico che hanno realizzato gli interni del padiglione. Dovrebbero incassare circa 3 milioni di euro.

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"Sono amareggiato e deluso. Mi sono fidato degli americani pensando fossero seri. Ci hanno chiesto costose varianti e non abbiamo fatto una piega, ora per far fronte alle spese saremo costretti a tagliare i dipendenti", sono le parole di Daniele Zambelli presidente di Simmetrico, una delle società creditrici. Del problema si stanno interessando tutti: dal segretariato di Stato americano, fino al Consolato Usa in Italia e al commissario Expo Giuseppe Sala. Nessuno vorrebbe trovarsi a novembre con il padiglione americano chiuso e abbandonato nei terreni di Rho.

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