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Expo, ecco il padiglione della Cina: un “campo della speranza” di oltre 4mila metri quadri

È tutto pronto per il padiglione di Expo della Cina, il secondo più grande di tutta l’Esposizione universale dopo quello tedesco: mille pannelli di bambù, 90mila metri di listelli, 222mile spighe in led per ben 4.590 metri quadrati di superficie.
A cura di Federica Gullace
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È tutto pronto per il padiglione Cina, uno tra i più grandi di tutta l’Esposizione universale con i suoi mille pannelli di bambù, 90mila metri di listelli e 1.400 tipologie di giunture tra le travi. Un’opera spettacolare, il cui tetto sovrasta una coltivazione di grano e un’installazione multimediale con 222mile spighe in led, che ricreano il "campo della speranza", considerato il fulcro dell’esposizione. Ma non solo: un concept tutto nuovo, per uno spazio espositivo innovativo, caratterizzato da una copertura ondulata, una sorta di grande nuvola che fluttua e galleggia sopra un campo. Un progetto sviluppato da un team multidisciplinare, capitanato da Yichen Lu, professore associato della Tsinghua University e direttore dello studio newyorkese Link-Arc, vincitore del bando di gara per la realizzazione.
 Insomma, 4.590 metri quadrati di superficie, che portano il padiglione al secondo posto per grandezza, subito dopo quello tedesco.

Come ha raccontato il professore Lu, durante la presentazione del padiglione al Politecnico di Milano: "Vogliamo far scoprire al visitatore la terra della speranza, the land of hope, come richiama il titolo di un brano cantato da Peng Liyuan, la first lady di Pechino. Un progetto complesso sviluppato in soli sette mesi. Era difficile rappresentare tutto con un unico concetto che tenesse insieme i 97 tipi di terreno esistenti in Cina. Abbiamo pensato allora di realizzare un vero e proprio design, una struttura che sottolineasse l’armonia tra la recente urbanizzazione del paese e la sopravvivenza dell’agricoltura che ha dato potere alle persone durante la Rivoluzione culturale".

Il padiglione più complesso da realizzare

"Il tetto è stato una vera sfida – prosegue Lu -. Un volume fluido derivante dalla fusione di immagini dello skyline di Pechino sul lato nord e il contorno delle montagne a sud, tra tradizione e innovazione, come sottolineano alcuni angoli rigidi che si creano nel tetto. Credo sia l’opera tecnicamente più complessa di tutta Expo. Abbiamo undici fornitori di materiale, anche italiani, e aree di esposizione per le diverse province del paese, il percorso produttivo del cibo, le otto famose scuole di cucina cinese, la cultura del tè. Il nostro governo ha investito molte risorse in questo impegno, per questo auguro il meglio a Expo". Quattro, infatti, gli strati che compongono la struttura a travi: una parte in legno, una struttura water-proof in pvc, un sistema di illuminazione e ombreggiatura e uno in pannelli di bambù, materiale della tradizione cinese. L'appuntamento con tutti i visitatori è per il prossimo primo maggio a Milano.

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