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Esplosione in via Brioschi, il gip: “Pellicanò potrebbe ancora far del male alle figlie”

Rimane in carcere Giuseppe Pellicanò, l’uomo accusato di aver fatto esplodere la palazzina in via Brioschi dove sono morte tre ferite persone tra le quali la compagna che lo stava lasciando. Per i giudici l’uomo è potenzialmente pericoloso anche per le due figlie, anche loro ferite nell’esplosione.
A cura di Valerio Renzi
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Giuseppe Pellicanò, il 51enne accusato di aver provocato l'esplosione della palazzina in via Brioschi, a Milano, nella quale sono morte l'ex compagna e altre due persone, potrebbe ancora far del male alle sue due figlie. È la motivazione che ha spinto il giudice per le indagini preliminari di Milano, Giusy Barbara, a disporre la carcerazione preventiva per l'uomo, che si trova a San Vittore.

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Pellicanò sarebbe pericoloso: è lui che ha svitato il tubo del gas che ha provocato la fuoriuscita di metano che ha poi causato il tremendo scoppio dello scorso 12 giugno, quando poco prima delle 9 di mattina un intero piano della palazzina di via Brioschi 65, a Milano, si è disintegrato. Nell'esplosione sono morti i giovani fidanzati Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi e Micaela Masella, ex compagna di Pellicanò che stava per andare a vivere con il suo nuovo fidanzato.

Proprio la gelosia e la rabbia per l'imminente abbandono hanno portato Pellicanò a cercare di sterminare tutta la sua famiglia. Un tentativo – da lui stesso confessato – avvenuto sotto l'azione di potenti farmaci antidepressivi, con cui l'uomo si curava da tempo. Un cocktail di Lendormin e Xanax, che lo avrebbe fatto svegliare in uno stato di "euforia ebete" che gli ha fatto svitare il tubo del gas sotto al piano cottura. Pellicanò sarebbe potenzialmente pericoloso non solo per le figlie, che potrebbero essere affidate ai nonni materni, ma anche per il nuovo innamorato di Micaela Masella.

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