Emergenza covid-19, migliaia di frontalieri licenziati dalle aziende svizzere: “Aiuti anche a loro”
Migliaia di frontalieri impiegati in Svizzera hanno perso il lavoro a causa del coronavirus. Lo denunciano i sindacati spiegando che sono circa 6mila i lavoratori italiani licenziati dalle aziende elvetiche come conseguenza dell'emergenza covid-19. I più danneggiati sono i lavoratori stagionali del settore turistico e quelli impiegati con contratti di somministrazione in vari settori, ha denunciato Mirko Dolzadelli, responsabile Cisl per i frontalieri nel consiglio generale degli italiani all'estero. "Abbiamo chiesto – ha spiegato Dolzadelli – l'estensione delle misure previste per le lavoratrici e i lavoratori italiani contenute nel decreto legge Cura Italia".
Coronavirus, migliaia di frontalieri licenziati
Gli effetti della pandemia, la crisi economica e la chiusura delle frontiere minacciano circa 80mila famiglie italiane, in gran parte residenti in Lombardia nelle province di Varese, Como e Sondrio. Lavorano soprattutto nel Canton Ticino, ma anche in Grigioni e Vallese. "Due cantoni nei quali insistiamo perché vengano adottate le misure a salvaguardia della salute delle lavoratrici e dei lavoratori introdotte in Italia e nello stesso Canton Ticino", spiega il sindacalista. Nelle ultime settimane si sono susseguite denunce su lavoratori costretti a continuare ad andare al lavoro oltre confine, fermandosi a dormire in hotel e spesso in condizioni sanitarie non sicure. Non sono mancate le richieste da parte dei partiti nazionalisti di impedire l'ingresso ai frontalieri italiani "accusati" di portare il virus. Ora però il problema è legato soprattutto alle condizioni dei nuclei familiari che avevano come reddito prevalente (o unico) lo stipendio derivante da lavori in Svizzera, che in molti casi è venuto a mancare.
I sindacati: Estendere anche a loro gli aiuti del Cura Italia
Il Consiglio generale degli italiani all'estero, organismo di consulenza del governo e del parlamento, ha presentato la proposta di estendere ai frontalieri e ai cittadini italiani residenti stabilmente all'estero, rientrati in Italia per la perdita del lavoro, le indennità previste per le lavoratrici e i lavoratori italiani nelle misure contenute nei Dl 9 e 18 di marzo 2020. "La proposta si rivolge ai nostri connazionali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro a causa dell'emergenza Covid-19. Abbiamo voluto rispondere anche alle segnalazioni fatte, in particolare dalle organizzazioni sindacali svizzere e italiane – ha concluso Dolzadelli -, rispetto alla condizione che vivono molti lavoratori frontalieri".