Emergenza a Milano, in arrivo oltre 500 profughi. Majorino: “Non siamo stati avvertiti”
Torna l’emergenza profughi a Milano. A seguito degli ultimi sbarchi avvenuti nelle città di Lampedusa, Salerno e Trapani, che hanno visto arrivare con i barconi oltre 800 persone alla volta, in prevalenza eritrei, sudanesi e sub sahariani, il capoluogo lombardo si prepara. Già lo scorso anno, Milano si era trovata a dover ospitare oltre 50mila profughi, arrivati in stazione Centrale con la speranza di trovare un modo per passare le frontiere e raggiungere il nord Europa. Ora, con l’avanzare dell’Is in Libia, il numero di persone disposte a rischiare la propria vita non fa che aumentare di giorno in giorno, e mentre i centri di accoglienza del sud Italia sono al collasso, si attende nelle prossime settimane un’avanzata ancora più pesante. Ragione, questa, per cui il governo italiano ha attivato un ponte aereo per trasferire i migranti al nord, così da poterli distribuire nelle strutture presenti nelle province lombarde.
In arrivo nelle prossime settimane altre 200mila persone
Così l’aeroporto di Bresso, assieme ai volontari della Croce Rossa, si prepara ad accogliere i primi cinquecento: nel piccolo scalo militare, infatti, sono già state allestite le tende e le strutture di prima necessità. Dal Comune, intanto, mentre gli osservatori internazionali parlano di altre 200mila persone pronte a dirigersi dalla Libia verso le coste d'Italia, l’assessore alla Politiche sociali Pierfrancesco Majorino fa sapere che nessuno in città è stato informato in tempo: "Non ci hanno avvertito. Come al solito da Roma nessuno pensa che condividere le informazioni in anticipo su questi flussi aiuterebbe l’amministrazione a gestire meglio l’accoglienza, anche se mi pare di capire che in questo caso se ne occuperà direttamente la prefettura, e non noi".
Nel frattempo, il Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno del consigliere Alessandro Giungi con cui si è chiesto alla Regione Lombardia e a Grandi Stazioni di istituire un presidio medico-sanitario in Stazione Centrale: "È intollerabile che non vi sia un luogo per far fronte immediatamente a crisi cardiache, svenimenti, colpi di caldo o di freddo. Non dimenticherò mai le donne siriane incinte, i profughi scossi dai brividi della febbre, il bimbo con le mani fasciate per le schegge di una bomba, in lacrime mentre veniva portato via dall’ambulanza per cambiare le fasciature in ospedale. Avrebbero avuto diritto a un’immediata visita in stazione Centrale", ha dichiarato Giungi. Ad ogni modo, nei prossimi giorni si terrà un incontro al quale parteciperanno anche i 2mila volontari di Emergenza Siria, per stabilire le nuove politiche di organizzazione del servizio, così da accogliere e gestire i profughi nel migliore dei modi.