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Ecco chi rubava le biciclette di lusso a Milano

Sgominata una banda di 8 uomini e 4 donne di origine ucraina e rumena, specializzati nel furto di biciclette di lusso. Il ricettatore era un italian, proprietario di un capannone dove depositava il materiale rubato.
A cura di Federica Gullace
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La bellezza di 230mila euro, il bottino complessivo guadagnato da una banda composta da 8 uomini e 4 donne di nazionalità rumena e ucraina, specializzata nel furto di biciclette di lusso, ognuna dal valore di 4/5 mila euro ciascuna. Avevano colpito ben 4 volte a Milano, Roma e Rimini, zone scelte appositamente in luoghi lontani per non farsi scoprire. La banda è stata fermata dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile e del comando di compagnia di Sesto San Giovanni, che dopo indagini durate più di anno, dove hanno seguito passo passo i movimenti dei ladri, hanno analizzato tutti i colpi a partire dal primo, ai danni di una famosa ditta di bici da corsa di Cusano Milanino, dove i malviventi, utilizzando un camion ariete e due auto come pali, avevano sfondato i cancelli per poi rubare una serie di bici in titanio e svariati materiali pregiati, per un bottino totale di 80 mila euro, per poi colpire a luglio in via Teodosio a Milano, dove però in tre furono arrestati prima di concludere il furto, e, successivamente, a settembre a Pomezia e all'inizio di questo ottobre a Cattolica.  La banda, che aveva anche fatto irruzione in due lussuosissimi appartamenti milanesi rubando merce di valore, è stata poi "pizzicata" con la scusa di un controllo anti droga, dove due dei 12 sono stati trovati rispettivamente con 80 e 100 grammi di cocaina.

Il gruppo di professionisti del furto, agiva di notte, arrivava con un grosso furgone e sfondava in retromarcia la saracinesca dei magazzini da svaligiare; in pochi minuti caricava tutto all'interno e ripartiva. Gli inquirenti, dopo i fermi, sono giunti al ricettatore delle bici: un 51 enne, italiano, già noto alle forze dell'ordine, e proprietario di un capannone in provincia di Pavia, dove sono state trovate decine e decine di ruote. Ora le indagini proseguiranno per stabilire se le bici erano destinate ad un mercato clandestino italiano o straniero.

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