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Donna incinta perde bambino dopo gli scontri al Corvetto, aperta inchiesta

Indagine per stabilire se l’aborto di una 37enne è stato davvero determinato dalle manganellate durante gli scontri per la casa al quartiere Corvetto di Milano. A breve disposta anche l’autopsia sul feto.
A cura di Redazione Milano
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Quello che è successo ieri al quartiere Corvetto di Milano, gli incidenti che hanno portato una ragazza di 37 anni incinta di 6 mesi a perdere il bambino che aveva in grembo, sarà oggetto di una indagine della magistratura. Il fatto è avvenuto nelle ore immediatamente successive ai duri scontri tra antagonisti e forze dell'ordine. I magistrati puntano a stabilire se davvero quell'aborto sia sopraggiunto per effetto dei colpi di manganello ricevuti durante le operazioni di sgombero dei centri sociali "Corvaccio" e "Rosa Nera", così come sostenuto dalla donna.

A coordinare le indagini è Maurizio Romanelli, il procuratore aggiunto di Milano a capo del dipartimento sull'antiterrorismo che coordina tutte le indagini sui disordini degli ultimi giorni (l'assalto alla sede Pd di Via Monpiani durante la riunione del Sunia, gli scontri tra antagonisti e polizia in Via Vespri Siciliani, l'incendio doloso appiccato alla sede Aler di Via Inganni). Il fascicolo è affidato al pm Gianluca Prisco. Sarà a breve disposta l'autopsia sul feto, insieme ad altri accertamenti medico-legali quali l'esame istologico, l'ecografia. Al vaglio, ovviamente, le immagini video degli scontri riprese dagli uomini della Digos o dalle telecamere di sorveglianza presenti nella zona.

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