“Devono piangere per capire”: le intercettazioni shock dall’asilo delle violenze
"Quando ti rendi conto che un bambino piange senza motivo, prendi la seggiola e lo allontani. So che non è bello, non è giusto, ti prende al cuore, ma è l'unico modo, altrimenti innervosisce tutti. Devono piangere, devono capirlo". E' lucidissima quando si confronta al telefono con le altre maestre Milena Ceres, l'insegnante di asilo di origine irpina, agli arresti domiciliari nella sua casa di Monza con l'accusa di maltrattamenti aggravati nei confronti di bambini. La donna, come si evince da questa conversazione intercettata dai carabinieri della stazione Greco alla fine dello scorso aprile e contenuta nelle carte dell'inchiesta di cui è protagonista, era pienamente cosciente del suo metodo formativo "alternativo", ma soprattutto contrario a quanto indicato dalla legge.
La 34enne coordinatrice dell'asilo nido Baby World di Bicocca è stata fermata insieme al compagno Enrico Piroddi, titolare e cuoco. Nel documento ufficiale presentato dalle forze dell'ordine, vengono descritti con minuzia i 115 giorni di violenze accertate su sei bambini, tre femmine e tre maschi, ripresi dalle telecamere di sorveglianza e dalle cimici che gli investigatori avevano piazzato all'interno della struttura. Schiaffi, pugni, morsi, ore di segregazione al buio nei bagni: queste le punizioni inflitte ai minori che facevano i capricci. Erano stati i genitori dei piccoli ad allertare i carabinieri, preoccupati dei lividi e di altri segni che notavano sui loro corpi. "Casomai viene un controllo e mi trova un bambino in un bagno, passo i guai", aveva detto la donna.
Era soprattutto durante il pranzo che Milena Ceres perdeva le staffe con i bambini che non volevano mangiare. "A me così viene il nervoso – lamenta la coordinatrice – la carne per terra e i bambini che in Africa non hanno nemmeno un fazzoletto. Maleducati! Qua tutti gli psicologi fanno! Quando la prima cosa che si insegna è che non si sputa. Non hanno rispetto. Ma per favore! Ma andate al Comunale e poi vedete come vi mettono in riga! Guarda, mi fa perdere proprio la pazienza, non ci vedo proprio più. Non guardo più se sei piccolo, se sei grande, divento una strega". La donna però sembra sempre più convinta del suo metodo. Commentando un episodio dello scorso giugno, di cui è stata protagonista, ha detto: "Da me si dice: mazzate e panelle fanno i figli belli. Parole sante. Guai se sputavo la pappa a tavola, mi arrivavano certi sganassoni che mi facevano girare tre ore. Eppure sono venuta su perfetta. Senza complessi. Questi hanno paura di sfiorarli: tu sputi la pappa e io ti do le botte. Forse è stata la prima volta in vita mia che ho dato una sberla. Mi sento meglio. Mi sento liberata. Che dovevo fare: affogarla?".
Poi però Piroddi le telefona e Milena ha minimizzato, parlando con il compagno: "Ero uno schiaffetto in testa, non sono così pazza. Metti un po' di cremina. Devi dire alla mamma che mentre giocava si è fatta male. Inventa una scusa". Le violenze hanno continuato a ripetersi fino allo scorso 27 luglio, quando Milena Ceres morde la guancia di un bambino, poi trasferito al pronto soccorso della clinica De Marchi, dalla quale torna a casa con una prognosi di dieci giorni. I carabinieri intervengono e arrestano coordinatrice e titolare dell’asilo. Entrambi gli arresti sono stati convalidati. Intanto, contro la scarcerazione, il pm Gianfranco Gallo starebbe valutando di fare un ricorso al Tribunale del Riesame.