Delitto di Jerago, parla il killer di Silvestri: “L’ho ucciso per rapinarlo”
"L'ho ucciso perché volevo rapinarlo". E' questa la confessione che Emmanuel Djakoure, 21 anni di origine ivoriana, ma regolarmente in Italia, ha fornito negli uffici della Procura di Busto Arsizio nel corso dell'interrogatorio sull'omicidio di Claudio Silvestri, il 41enne trovato senza vita domenica scorsa nella villa di famiglia a Jerago con Orago, in provincia di Varese. Il killer è stato fermato martedì sera: gli inquirenti sono riusciti a risalire all'uomo dopo aver ricevuto dal Ris di Parma i risultati delle analisi su un'impronta ritrovata su un vaso sul luogo del delitto. E' stato poi localizzato a Lonate Pozzolo, e addosso e in casa aveva una serie di oggetti sottratti alla vittima la notte del delitto. Al polso aveva persino l'orologio di Silvestri, e in borsa il telefono cellulare, la macchina fotografica e una serie di profumi rubati dalla sua camera da letto.
Secondo quanto riferito agli inquirenti, Djakoure aveva incontrato per la prima volta la vittima la sera dell'omicidio nei pressi della stazione ferroviaria di Gallarate. Silvestri, noto esponente della Lega Nord locale, l'avrebbe seguito in auto e chiesto una prestazione sessuale. Il 21enne decide di accettare la sua proposta, sottolinenando però ai pm che la sua intenzione era solo quella di effettuare la rapina. Quando, giunti nella villa di Jerago, il 41enne ha cominciato a spogliarsi, l'ivoriano l'ha strangolato per poter portare via dall'appartamento quanti più oggetti possibile.
Il killer, in realtà, era già schedato per una serie di reati simili, in particolare per furto di biciclette e altre rapine. Dopo l'omicidio di Silvestri, stava pianificando la fuga in Svizzera da un amico, ma è stato fermato appena in tempo dai carabinieri. Padre italiano e madre di origine africana, di cui ha mantenuto il cognome, il ragazzo risulta residente a Cassano Magnago, ma di fatto è da mesi senza fissa dimora.