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Delitto di Gorlago, 30 anni a Chiara Alessandri, il marito di Stefania: “Sentenza vergognosa”

Ha definito vergognosa la sentenza del giudice del tribunale di Brescia che ha condannato Chiara Alessandri a 30 anni di carcere il marito della vittima, Stefano Del Bello. L’uomo era presente in aula giovedì e ha così commentato una volta a casa la decisione per la quale l’avvocato dell’imputata si è invece detto soddisfatto: “La mia assistita è consapevole di ciò che ha commesso e sa che non può tornare indietro. Sa di aver rovinato la vita alla propria famiglia, oltre a quella della vittima”.
A cura di Chiara Ammendola
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Chiara Alessandri (a sinistra) e Stefania Crotti, la mamma uccisa e bruciata a Gorlago.
Chiara Alessandri (a sinistra) e Stefania Crotti, la mamma uccisa e bruciata a Gorlago

Chiara Alessandri è stata condannata a 30 anni di carcere per l'omicidio della 42enne Stefania Crotti uccisa e poi data alle fiamme il 17 gennaio 2018: riconosciuto l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione dunque mentre, il secondo capo d'imputazione, la soppressione del cadavere, ritrovato carbonizzato da un ciclista tra i vigneti della Franciacorta, è stato assorbito dal primo. Dunque niente ergastolo con sei mesi di isolamento diurno come aveva invece chiesto il pm Teodoro Catananti.

Il pm aveva chiesto l'ergastolo e sei mesi di isolamento diurno

Una sentenza che il marito della vittima, Stefano Del Bello, presente in tribunale giovedì all'udienza, ha accolto prima con un silenzio e poi una volta a casa, contattato telefonicamente dall’inviato di NewsMediaset Enrico Fedocci, ha parlato di "una sentenza vergognosa". Lui che in questa tragica vicenda ha perso la moglie ed è rimasto con la figlioletta di soli 8 anni, da crescere, si aspettava evidentemente l'ergastolo per quel delitto organizzato in ogni dettaglio e per l'efferatezza dello stesso visto che Stefania è stata colpita 21 volte con il martello dalla sua ex amante Chiara Alessandri. Poi quest'ultima dal garage di casa dove era stata attirata con una scusa aiutata da un amico all'oscuro di tutto ha caricato il corpo della 42enne in auto e l'ha abbandonato nei campi di Erbusco, nel Bresciano, dove è stato dato alle fiamme. Stefania, ha stabilito l'autopsia, era ancora in vita.

Chiara Alessandri è consapevole di aver sbagliato

Di fatto lo sconto di pena è dovuto alla scelta del rito abbreviato, che prevede una detrazione della pena in caso di condanna. Il giudice avrebbe potuto optare anche per l'eliminazione dei sei mesi di isolamento diurno, invece ha optato per i 30 anni abbonando l'ergastolo. Sentenza accolta con soddisfazione invece dall'avvocato dell'imputata, Gianfranco Ceci: "È una vittoria dal punto di vista processuale, valuteremo se fare appello. La mia assistita ha sbagliato e pagherà – ha spiegato – è consapevole di ciò che ha commesso e sa che non può tornare indietro. Sa di aver rovinato la vita alla propria famiglia, oltre a quella della vittima, alla quale nei prossimi mesi scriverà per chiedere scusa". Una lettera Chiara Alessandri l'aveva inviata nei mesi scorsi alla madre chiedendole perdono: ma ieri alla lettura della sentenza è scoppiata in lacrime, a casa ci sono i suoi tre figli di 8, 9 e 13 anni.

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