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Evento sulle foibe a Dalmine, il comune accusa: “Tesi negazioniste”. Anpi: “Resoconto storico”

È bufera sulle parole di Grazia Milesi, membro dell’Anpi Alto Sebino, intervenuta durante un evento dedicato alle foibe e al Giorno del Ricordo e tenutosi a Dalmine in provincia di Bergamo: la storica avrebbe infatti esposto quelle che il comune ha etichettato come tesi negazioniste nella ricostruzione degli eventi. I rappresentanti del comune stesso hanno abbandonato l’evento e si sono dissociati dalle sue parole.
A cura di Chiara Ammendola
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Non si placano le polemiche nate dopo l'evento dedicato alle foibe tenutosi a Dalmine, in provincia di Bergamo, e organizzato da Anpi, Acli, Arci e Cgil, durante il quale le parole pronunciate da Grazia Milesi, membro dell'Anpi Alto Sebino, hanno spinto il comune stesso a dissociarsi dall'incontro stesso. "La collaborazione del Comune è stata concessa sulla scorta della garanzia che si sarebbe trattato di un evento senza strumentalizzazioni politiche, basato su dati storici – si legge in una nota diffusa quest'oggi da comune di Dalmine – al contrario, durante la serata sono state esposte tesi che si configurano come negazioniste".

Gli infoibati se la sono meritata perché erano tutti fascisti

Il riferimento è al discorso fatto da Grazia Milesi nella parte introduttiva dell'evento dedicato al Giorno del Ricordo e tenutosi nella serata di venerdì 7 febbraio, al teatro civico di Dalmine nel quale, secondo il comune, sarebbero state portate avanti tesi che si dissociano dalla ricostruzione storica del massacro delle Foibe e del successivo esodo: "In sintesi le conclusioni della Milesi sono state le seguenti: gli infoibati e gli esuli Italiani giuliano-dalmati se la sono meritata perché erano tutti fascisti, in realtà i numeri divulgati sono gonfiati, gli esuli hanno scelto liberamente di andarsene dalle loro terre per cogliere un'opportunità nella Repubblica Italiana, e il Giorno del Ricordo è stato istituito sulla base di bugie e come rivalsa nei confronti del Giorno della Memoria – spiega il comune – tesi che si configurano come negazioniste e quindi inaccettabili. Il Giorno del Ricordo non può essere sovvertito affermando che esso sia basato su una bugia".

Grazia Milesi: Ho solo fatto un resoconto storico

L'amministrazione comunale aveva concesso il patrocinio e il teatro, e figurava tra i promotori ma ha poi inviato una nota nella quale si dissocia nettamente dai contenuti della serata. "Dispiace molto l’imbarazzo che ha creato l'intervento – ha spiegato il giorno dopo Grazia Milesi – in piena coscienza posso dire di aver fatto un resoconto storico. Ho anche detto in apertura che prendevo le mosse dalla relazione italo-slovena (che ha lavorato alla questione del confine orientale dal 1993 al 2001), dai lavori pubblicati dall’Anpi e dai lavori del gruppo di resistenza storica che porta avanti da anni studi sulla questione, ma c'è un ampia letteratura che tratta la cosa in questo modo. La negazionista non sono io: se i fatti non coincidono con una certa interpretazione non possiamo non vederli o ignorarli".

Acli, Arci e Cgil prendano le distanze e chiedano scusa

"Quanto accaduto a Dalmine non può passare sotto silenzio. Mi aspetto una reazione di condanna unanime di fronte alla denuncia del vicesindaco di Dalmine, Gianluca Iodice che – ha denunciato Alessandra Gallone, senatrice di FI e Commissario Provinciale di Forza Italia Bergamo – dopo aver concesso il patrocinio del comune si è visto costretto ad abbandonare la sala alla luce della vergognosa negazione storica cui si è assistito nel corso dell'incontro". Gallone ha poi sottolineato la necessità di distaccarsi dalle parole della ‘storica' Grazia Milesi in maniera ufficiale. Intervenuto sulla questione anche Daniele Belotti, deputato e capogruppo Lega in Commissione Istruzione cultura sport della Camera che ha chiesto che Arci, Cgil, Acli e Il Porto prendano le distanze pubblicamente "senza se e senza ma". "Gli organizzatori non potevano non sapere – ha concluso Belotti – viste le note posizioni negazioniste della relatrice. Ci aspettiamo che i Comuni, le Province, le Regioni e i Ministeri, che offrono contributi o patrocini all'Anpi li abroghino immediatamente".

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