Crisi Euronics-Galimberti, busta paga magrissima per 250 lavoratori: “Così non si può vivere”
Tredicesime e quattordicesime non pagate negli ultimi anni e adesso anche l'ultimo stipendio di gennaio arrivato solo in parte. "Così non si può vivere", dicono i circa 250 dipendenti del gruppo Euronics-Galimberti, alle prese con una crisi che dura ormai da anni. A metà gennaio il gruppo che commercializza elettronica di consumo e ha (o meglio, aveva) punti vendita in Lombardia e in Veneto era stato dichiarato insolvente dal tribunale di Milano. Una possibile svolta in una vicenda che tiene in ansia centinaia di famiglie potrebbe arrivare nei prossimi giorni, quando dovrebbe arrivare la relazione del commissario incaricato dal tribunale. La speranza, come ha comunicato la Filcams Cgil in una nota, è che dalla stessa relazione "emergano le condizioni per far sì che l'azienda rimanga sul mercato e con essa vengano mantenuti i posti di lavoro".
Inquietante il disinteresse dimostrato dalla proprietà verso lavoratori e lavoratrici
Nell'immediato, però, occorre che la proprietà del gruppo versi ai 258 lavoratori, alle prese con le spese di tutti i giorni, almeno la restante parte dello stipendio di gennaio: "Il disinteresse dimostrato verso lavoratori e lavoratrici da parte della proprietà è inquietante – dichiarano Mario Colleoni e Danilo D’Agostino della Filcams Cgil Lombardia e Milano -: persone con famiglie e impegni economici che hanno ricevuto solo parte dello stipendio di gennaio e rimangono in attesa dei ratei di tredicesima e quattordicesima degli ultimi due anni". I sindacalisti parlano di una vicenda triste e gestita con poca chiarezza da parte della proprietà che sta facendo aumentare il malessere dei lavoratori. Il sindacato ha chiesto un'audizione urgente in Regione Lombardia e ritiene necessario cercare, in ogni modo, una soluzione per garantire la continuità lavorativa a tutti i dipendenti del gruppo: "Dobbiamo confrontarci con le istituzioni affinché le risposte non siano sempre di natura emergenziale", è la riflessione finale dei sindacalisti.