Cremona, uccide la moglie con la mannaia, un vicino: “Il sangue colava anche sul terrazzo”
La città che si risveglia e di colpo viene sconvolta dal dramma. Non sono ancora stati chiariti i motivi che hanno portato Wu Yongqin, 50 anni, di nazionalità cinese, a uccidere la moglie Chen Aizhu, 46 anni, connazionale, e il bimbo di tre anni a cui lei faceva da baby sitter. Forse un diverbio alla base del gesto che ha tolto la vita a due persone, poco dopo le 10 di mercoledì mattina, nell'abitazione situata al terzo piano del condominio di via Fatebenefratelli a Cremona. L'uomo, per compiere il gesto, avrebbe usato una mannaia. Qualcuno, specialmente gli abitanti del condomino situato al civico 1, ha assistito alla scena. E a distanza di poche ore dal massacro, quando è ancora presto per trarre conclusioni, c'è chi si sbilancia.
"Erano brave persone – commenta un vicino di casa -. Litigavano ogni tanto come succede in tutte le famiglie. Ma nessuno avrebbe mai detto che un giorno sarebbe successo questo". A lanciare l'allarme, nella mattinata di mercoledì, un condomino. "Ho assistito a tutta la scena – spiega ancora scosso un ragazzo a Fanpage.it -. Sulle prime, quando ho sentito le urla sovrumane della donna, ho pensato di salire al terzo piano e sfondare la porta per fermare l'assassino. Invece abbiamo aspettato i carabinieri, come ci hanno ordinato gli agenti. Ma siamo ancora increduli, non vogliamo crederci. Ci sono qua le gocce di sangue sul balcone, sulla tenda". Ad intervenire sul posto a pochi minuti dalla strage i Carabinieri della Compagnia di Cremona, guidata dal maggiore Rocco Papaleo.
La situazione del piccolo, un bimbo di tre anni figlio dei titolari di un'esercizio commerciale in città, è apparsa subito critica. A nulla è servito il trasporto d'urgenza in ospedale. Il piccolo si è spento a pochi minuti dal massacro, dopo pochi istanti dall'arrivo all'Ospedale Maggiore di Cremona. Alla base del gesto, oltre a un ipotetico diverbio avvenuto tra i coniugi, forse ci sarebbero dei problemi di natura psichica dell'uomo. Lo confermano i vicini di casa. Qualcuno racconta di aver visto l'autore della strage dirigersi come ogni mattina al bar vicino all'appartamento per comprare le sigarette. Fra gli abitanti del quartiere Zaist, ora, c'è tristezza e disperazione. Qualcuno sceglie di non parlare. Chi parla, ai microfoni dei tanti giornalisti che stanno facendo luce sul caso, lo fa con estremo riserbo. "Perché – ci spiega un'amica di famiglia – prima di confermare la natura del gesto, che penso di avere già perfettamente capito, è necessario aspettare". L'omicida, in carcere con l'accusa di duplice omicidio, si trova ancora in stato di shock.