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Covid 19

Cremona, positivo al coronavirus un bambino di 4 anni: è stato contagiato da un adulto

In provincia di Cremona un bambino di 4 anni ha contratto il coronavirus. Non ha sintomi e sta bene, ma era entrato in contatto con un adulto infetto e per questo è stato sottoposto al tampone, che è risultato positivo. In Lombardia sono noti diversi casi di neonati che hanno contratto il virus e sono sopravvissuti. Anche nella fase due è necessario mantenere alta l’attenzione anche per i più piccoli.
A cura di Redazione Milano
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In provincia di Cremona un bambino di 4 anni è risultato positivo al coronavirus. Il piccolo, probabilmente uno dei più giovani contagiati in Lombardia, non ha alcun sintomo e sta bene. È stato sottoposto a tampone e test sierologico perché entrato in contatto con un adulto infetto. È un'ulteriore conferma del fatto che il virus continua a colpire anche i giovanissimi, nonostante gli effetti siano per loro più leggeri.  A dare la notizia è stato il sindaco di Motta Baluffi, comune di 800 abitanti in provincia di Cremona, dove il bambino risiede con la sua famiglia.

La piccola Emily, contagiata a soli 11 giorni

Episodi di bimbi infettati dal coronavirus in Lombardia sono meno comuni, ma non rarissimi. Il virus ha colpito nei mesi scorsi anche neonati, come nel caso della piccola Emily, una bimba nata all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo il 29 febbraio, nel pieno dell'emergenza, che si è ammalata quando aveva solo 11 giorni di vita e ha lottato per quasi cinquanta giorni, con alcune settimane passate in terapia sub intensiva, prima di sconfiggere il male. La sua mamma ha raccontato a Fanpage.it l'esperienza vissuta dalla bimba e dalla sua famiglia.

Bergamo, il primo neonato positivo al virus

Un primo caso di neonato positivo al coronavirus era stato riferito dallo stesso ospedale di Bergamo il 3 marzo. "Abbiamo anche un bambino di un anno in terapia intensiva, in prognosi riservata", aveva annunciato la direzione del nosocomio. Casi di bambini di poche settimane malati si sono verificati anche a Brescia e a Milano nel corso dei mesi di emergenza. Con la fine del lockdown e l'inizio della fase due la speranza era che i bambini, per i quali non è previsto l'obbligo di mascherina, fossero meno a rischio. Il caso di Motta Baluffi, anche se per fortuna privo di conseguenze gravi per il bimbo, fa capire che l'attenzione deve restare alta anche con la riapertura.

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