Cremona, miracolo in sala parto: donna emodializzata dà alla luce un bimbo, nel mondo mille casi

A Cremona non era mai successo prima e nel mondo i casi accertati sono soltanto un migliaio. È un evento rarissimo e quasi miracoloso quello accaduto nella sala parto dell'ospedale di Cremona, dove nel mese di gennaio una donna emodializzata ha dato alla luce un bambino, che gode di ottima salute. La giovane mamma, per poter sostenere la gravidanza, ha dovuto sottoporsi ogni giorno per nove mesi a sedute di dialisi di cinque o sei ore. Un impegno reso possibile dall'assistenza di medici e degli infermieri del centro dialisi di Cremona.
Una grande gioia anche per medici e infermieri
“La nascita del bambino è stata una grande gioia per mamma e papà e per infermieri e medici dell'emodialisi: nella nostra città non era mai successo che una donna dializzata rimanesse incinta e oltretutto portasse a termine la gravidanza con successo", ha spiegato Paola Pecchini specialista nefrologa del centro emodialisi cremonese. “Sono stati fondamentali l'impegno degli infermieri che hanno dializzato la futura mamma tutti i giorni, supportandola anche psicologicamente e la collaborazione con i medici ginecologi e con le ostetriche e, successivamente, con la terapia intensiva neonatale dove medici e infermieri si sono presi cura del bambino nato prematuro – ha aggiunto la dottoressa -. I complimenti vanno soprattutto alla mamma che ha accettato di essere sottoposta a dialisi quotidiane di almeno cinque ore per mesi, per amore”. “Portare a termine una gravidanza per una donna in Emodialisi è evenienza rara – conclude Pecchini – al momento ci sono circa 1000 segnalazioni nel mondo: la letteratura parla di 3.3 gravidanze per 1000 pazienti anno".
Le probabilità di successo erano del 50 per cento
Le probabilità che il bambino nascesse in salute dopo una gravidanza con dialisi intensiva, stando agli studi più recenti, era del 50 per cento. Anche la mamma si è sottoposta a rischi molto alti dovuti alle condizioni di salute fragili dovute anche all'immunodepressione. Il suo coraggio è stato premiato dalla gioia della nascita del bambino, condivisa con il personale dell'ospedale che è stato al suo fianco per tutta la gravidanza.