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Cremona, bimba di due anni uccisa a coltellate, il padre: “È stata una rapina, ma non ricordo bene”

Kouao Jacob Danho, ricoverato all’ospedale Maggiore di Cremona, è stato ascoltato la scorsa notte dai magistrati: il 37enne originario della Costa d’Avorio, ha raccontato di essere stato vittima di una rapina da parte di un uomo che lo ha seguito a casa. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario in merito all’assassinio della figlia Gloria di due anni.
A cura di Chiara Ammendola
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Kouao Jacob Danho e la figlia Gloria
Kouao Jacob Danho e la figlia Gloria

È apparso confuso e poco dettagliato il racconto di Jacob Danho Kouao, l'operaio di 37 anni, originario della Costa d'Avorio, accusato di aver ucciso la figlio di due anni a coltellate nella sua casa di Cremona. L'uomo, che da sabato si trova ricoverato all'Ospedale Maggiore della città lombarda dopo un presunto tentativo di suicidio, è stato interrogato la scorsa notte dagli inquirenti: alle forze dell'ordine il 37enne avrebbe raccontato di essere stato seguito da una persona e poi di essere stato vittima di una rapina "ma non ricordo", avrebbe poi aggiunto. Versione quella fornita ai magistrati che dovrà ora essere oggetto di verifica e per la quale saranno determinanti i rilievi del dna nell'abitazione per stabilire se vi siano tracce di estranei così come raccontato dall'uomo. Intanto le sue condizioni di salute sono stazionarie ma restano serie per questo l'interrogatorio da parte dei magistrati è stato sospeso poco dopo e non è stato possibile fare degli approfondimenti.

Si attende il riscontro delle tracce di dna raccolte nell'appartamento dove è morta Gloria

Secondo la ricostruzione avanzata inizialmente dalle forze dell'ordine, l'uomo avrebbe colpito la bambina con un coltello da cucina nell'appartamento di via Massarotti preso in fitto solo un mese fa, e poi avrebbe rivolto il coltello verso di sé colpendosi all'addome quattro volte. Per la piccola non c'è stato nulla da fare, e il personale medico non ha potuto fare altro che constatarne il decesso una volta giunto sul posto, mentre l'uomo, ritrovato in una pozza di sangue, è stato trasportato d'urgenza all'ospedale di Cremona. Il 37enne si stava separando dalla moglie, sua connazionale, che da circa sei mesi era ospite in una struttura d'accoglienza del comune di Cremona dopo una sua denuncia nel quale aveva raccontato un pestaggio da parte del marito: l'uomo che non accettava la scelta della donna di separarsi l'avrebbe picchiata fino a romperle un timpano.

Il 37enne non accettava la scelta della moglie di volersi separare

In questi mesi il 37enne avrebbe mal vissuto la lontananza dalla figlia: dopo diversi mesi comunque i servizi sociali gli avevano accordato il permesso di vedere la bambina e così gliel'avrebbero portata a casa proprio sabato 22 giugno, giorno della tragedia. Poche ore dopo la chiamata al 112 e la macabra scoperta. Secondo le prime testimonianze raccolte dai carabinieri sembra che l'uomo fosse una persona tranquilla, dedita al lavoro e alla famiglia: non risultano condanna o altri precedenti a suo carico. Ora saranno gli inquirenti a chiarire quanto accaduto. Arrestato con l'accusa di omicidio volontario, è piantonato in ospedale, dove si trova ancora ricoverato.

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