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Coronavirus, a Gallarate don Fabio Stevenazzi torna a indossare il camice da medico

Don Fabio Stevenazzi, 48 anni, parroco di San Cristoforo a Gallarate in provincia di Varese, ha deciso di tornare a vestire il camice da medico per dare il suo contributo nella lotta al coronavirus. Prima di diventare sacerdote ha fatto l’internista per più di dieci anni, dal 1997 al 2008. “Una delle tante belle storie di solidarietà lombarda che possiamo orgogliosamente raccontare durante questa emergenza”, ha commentato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana.
A cura di Simone Gorla
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Ha risposto alla chiamata ed è tornato in corsia, svestendo i panni di sacerdote e rivestendo il camice da medico, per aiutare nella lotta all'epidemia di coronavirus. È la scelta di don Fabio Stevenazzi, 48 anni, parroco di San Cristoforo a Gallarate in provincia di Varese. "Una delle tante belle storie di solidarietà lombarda che possiamo orgogliosamente raccontare durante questa emergenza", ha commentato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana.

Coronavirus in Lombardia, don Fabio torna a indossare il camice da medico

Don Fabio è uno dei tanti medici che si sono offerti per dare una mano rispondendo all'appello delle autorità. Indosserà nuovamente il camice bianco per combattere il Covid-19. Prima di diventare sacerdote ha fatto il medico internista per più di dieci anni, dal 1997 al 2008. Ordinato prete, ha sempre continuato a tenersi aggiornato frequentando i corsi per ottenere i relativi crediti formativi.

Ha collaborato con Ong in Africa

A conferma della sua doppia vocazione, religiosa e medica, tre anni fa l'attuale arcivescovo di Milano, Mario Enrico Delpini – che ai tempi era ancora vicario generale – ha chiesto a don Fabio di collaborare con la ong Medici con l'Africa Cuamm. Nell'estate del 2018 il religioso era stato quindi in missione in Etiopia presso l'ospedale San Luca di Wolisso e l'anno successivo in Tanzania, all'ospedale di Tosamaganga.

Il prevosto: Ha percepito l'urgenza ed è sceso in campo

"Don Fabio ha maturato questa decisione con molta tranquillità rendendosi perfettamente conto della situazione che ha colpito l'intera comunità lombarda, e non solo – ha dichiarato all'Osservatore Romano monsignor Riccardo Festa, prevosto di Gallarate – Ha subito percepito l'urgenza ed è sceso in campo. Lui non ama affatto farsi pubblicità, adesso deve metterci la testa perché quello che lo aspetta nelle corsie dell'ospedale non è affatto una passeggiata. Anzi – prosegue monsignor Festa – dovrà farsi carico di una mole di lavoro emergenziale, come quella provocata dal coronavirus, che lo metterà a dura prova. Ma lui sa cosa vuole".

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