Coronavirus stravolge la sanità lombarda: 90 ospedali per covid, 18 hub per traumi e urgenze
L'emergenza coronavirus stravolge l'assetto della sanità lombarda. L’assessore al Welfare, Giulio Gallera, ha illustrato una delibera approvata dalla giunta che ha modificato le modalità di erogazione dei servizi sanitari. "Abbiamo individuato 18 ospedali hub che si occuperanno dei grandi traumi, delle urgenze neurochirurgiche, neurologiche stroke e cardiovascolari", ha spiegato, mentre tutti gli altri dedicheranno i posti nelle terapie intensive ai pazienti affetti da Covid-19.
Su 108 presidi pubblici (150 con quelli pediatrici) restano quindi solo 18 riservati a traumi e altre urgenze mentre tutti gli altri sono destinati a pazienti covid-19. "Sugli ospedali Hub – ha spiegato Gallera – si concentra l’attività di erogazione delle prestazioni relative alle reti tempo dipendenti e alle patologie le cui cure non possono essere procrastinate. Questi presidi dovranno garantire l’accettazione continua nelle 24 ore di tutti i pazienti che si presentano, potendo anche contare su più equipe disponibili di cui almeno una in guardia attiva.
Gli ospedali per i traumi maggiori
Per i traumi maggiori i tre hub identificati sono: Ospedale di Niguarda a Milano, Spedali Civili di Brescia e Ospedale di Varese. Rimane riferimento per il trauma maggiore pediatrico il Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
I centri per le urgenze neurochirurgiche e stroke
La revisione della rete è in funzione delle risorse che in parte sono sovrapponibili alla rete dei traumi maggiori. Inoltre è stato aggiunto alla rete il IRCCS Besta di Milano poiché si è considerata la specificità di alcune patologie oncologiche che necessitano di una sede privilegiata di riferimento. Gli hub sono: ospedale di Niguarda, Spedali Civili di Brescia e ospedale di Varese, IRCCS Besta di Milano.
Urgenze neurologiche stroke
La revisione della rete ha considerato la struttura sanitaria di prima accoglienza del paziente, il livello della struttura ospedaliera qualificata per trombolisi sistemica e trombectomia meccanica, il criterio di distribuzione territoriale e della disponibilità di posti letto della struttura. I centri che sono stati identificati sono: Ospedali Civili di Brescia, IRCCS Humanitas Milano, Sant’Anna di Como, Ospedale di Varese, IRCCS San Matteo di Pavia, Carlo Poma di Mantova (in collaborazione con equipe di Cremona), Ospedale di Legnano, San Gerardo di Monza, Niguarda e Ospedale di Lecco.
Urgenze cardiologiche
I Centri ‘HUB’ identificati in questa situazione di emergenza sono: Ospedali Civili di Brescia, Poliambulanza di Brescia, Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Ospedale di Sondrio, Ospedale di Varese, IRCCS San Matteo di Pavia, Carlo Poma di Mantova, Ospedale di Legnano, San Gerardo di Monza, Monzino, Ospedale San Paolo, Ospedale San Raffaele, Ospedale di Lecco.
Esclusivamente per attività di elettrofisiologia d’urgenza rimane attiva anche la struttura dell’IRCCS San Donato.
Urgenze cardiochirurgiche e chirurgia vascolare
Per le urgenze cardiochirurgiche vanno individuate le patologie che devono essere trattate in emergenza urgenza, non procrastinabili per un periodo superiore ai due mesi e che possono accogliere e trattare pazienti provenienti da tutte le cardiologie, cardiochirurgie e dal territorio. I centri hub hanno la possibilità di accogliere equipe chirurgico-anestesiologiche e personale tecnico-infermieristico specializzato. I centri identificati sono: IRCCS Monzino, Poliambulanza di Brescia, Ospedale di Legnano e Ospedale San Raffaele. Rimane riferimento per la cardiochirurgia pediatrica il IRCCS San Donato per pazienti pediatrici
Sospensione delle attività non differibili negli ambulatori
“Le attività ambulatoriali – sottolinea Gallera – comprese quelle erogate in regime di libera professione intramuraria, sono sospese a decorrere dal 9 marzo 2020. Fatta eccezione per l’attività in regime di libera professione intramuraria che rimane comunque sospesa, l’attività ambulatoriale istituzionale, incluso il percorso di presa in carico dei pazienti con patologie croniche, potrà essere mantenuta qualora non vi sia necessità di risorse professionali per assistenza ai pazienti ricoverati sia per Covid-19 che per le altre patologie e anche con modalità alternative idonee a tutelare i pazienti più fragili. Viene comunque mantenuta l’attività per prestazioni non differibili (quali ad esempio chemioterapia, radioterapia, dialisi ecc.), prestazioni urgenti con priorità U o B, prestazioni dell’area salute mentale dell’età evolutiva e dell’età adulta e i servizi sulle dipendenze”.
Dall'11 marzo riprendono le vaccinazioni
Da mercoledì 11 marzo sono riattivate le sedute per le vaccinazioni. "Visto il protrarsi dell’emergenza legata al coronavirus e la contestuale esigenza di proteggere i bambini", ha spiegato l'assessore, riprende la somministrazione di ciclo di base esavalente e pneumococco e rotavirus (compatibilmente con la possibilità di somministrazione contemporanea delle altre vaccinazioni), la prima MPRV (morbillo, parotite, rosolia e varicella) e Meningococco C, la seconda dose MPRV e dTP (difterite, tetano e pertosse)/ poliomelite.