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Coronavirus, Stradoni (Asst Mantova): “Ospedale sotto stress, servono più medici e infermieri”

“I casi aumentano e anche il nostro ospedale è sottoposto a un grande stress. Abbiamo bisogno di personale e lo stiamo cercando. Potremmo aprire nuovi posti, anche in rianimazione, ma servono più medici e infermieri”. Il direttore generale dell’Asst di Mantova, Raffaello Stradoni, ai microfoni di Fanpage.it spiega che l’emergenza coronavirus riguarda anche la sua struttura. L’area mantovana non è tra le più colpite dal contagio, ma da giorni l’azienda socio-sanitaria sta offrendo assistenza alle strutture in crisi, accogliendo pazienti da Cremona e Lodi.
A cura di Simone Gorla
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"I casi aumentano e anche il nostro ospedale è sottoposto a un grande stress. Abbiamo bisogno di personale e lo stiamo cercando. Potremmo aprire nuovi posti, anche in rianimazione, ma ho il problema del personale infermieristico e medico perché questi pazienti hanno necessità di molta assistenza". Il direttore generale dell'Asst di Mantova, Raffaello Stradoni, ai microfoni di Fanpage.it fa il punto sull'emergenza coronavirus nel suo ospedale. L'area mantovana per il momento non è tra le più colpite dal contagio, ma da giorni sta offrendo assistenza agli ospedali in crisi, accogliendo pazienti da Cremona e Lodi.

Qual è la situazione a Mantova?

È molto impegnativa perché i casi stanno aumentando. Abbiamo due fronti: il primo è quello locale della nostra provincia – e al momento siamo relativamente tranquilli perché i casi sul nostro territorio sono pochi -, il secondo è quello di supporto alle altre Ats, in particolare a quelle di Cremona e Lodi.

Come siete intervenuti?

Abbiamo modificato in modo molto rapido l'assetto dell'ospedale, ampliando e variando le modalità con cui accogliamo i pazienti. La rianimazione l'abbiamo divisa in due: una per i pazienti ordinari e un'altra per quelli con coronavirus o sospetti. Abbiamo quattro posti per pazienti positivi e due per pazienti sospetti. Alcune aree che pensavamo di poter tenere per i casi sospetti alla fine le abbiamo date a pazienti positivi, che stanno aumentando.

Sono sei posti nuovi?

È un adattamento dei posti precedenti, specifico per il coronavirus. Creare un posto nuovo in rianimazione non è semplicissimo.

Avete ricevuto le mascherine e i ventilatori necessari?

Le mascherine abbiamo già iniziato a riceverle, arriveranno altre forniture nei prossimi giorni. Siamo sempre in contatto con Regione Lombardia e tutte le Asst hanno spiegato bisogni e necessità. Per quanto riguarda i materiali la situazione è in miglioramento. Nei giorni scorsi c'era molta più ansia per la carenza dei dispositivi. Ora la situazione è stabilizzata. Le attrezzature le stiamo ricevendo, mi hanno tranquillizzato.

Avete personale dedicato al coronavirus?

L'area coronavirus per fortuna non è solo quella della rianimazione, ma riguarda anche il pronto soccorso, la pneumologia e la medicina. Abbiamo due zone per i pazienti covid-19: in una mettiamo quelli in attesa del referto del tampone, nell'altra i soggetti positivi. Abbiamo un accordo con due ospedali privati sul territorio che ci hanno dato una mano per mettere a disposizione letti per accogliere i pazienti più complessi.

Avete bisogno di rinforzi?

Abbiamo necessità di personale e lo stiamo cercando. Potremmo aprire nuovi posti, anche in rianimazione, ma ho il problema del personale infermieristico e medico perché questi pazienti hanno necessità di molta assistenza. Bisogna provvedere alla ricerca di personale aggiuntivo, stiamo già scorrendo le graduatorie. Abbiamo fatto un bando anche per i pensionati.

Con che spirito lavora il personale dell'ospedale?

Come spesso capita a noi italiani, diamo il meglio nelle situazioni di difficoltà. C'è un grande spirito di corpo e di abnegazione, le persone non si tirano indietro. La nostra organizzazione è sottoposta a un grande stress, però devo dire c'è un ottima risposta da parte di tutti. Vedere questo impegno mi fa pensare "ce la facciamo".

(ha collaborato Simone Giancristofaro)

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