Coronavirus, sospesa l’affissione di necrologi in strada: “Li posteremo su una bacheca virtuale”
Nessun necrologio affisso in strada dopo il divieto a ogni forma di affissione voluto dal Dpcm del governo, per questo il comune ha dovuto istituire una bacheca virtuale per informare i cittadini dei decessi in città. Accade nel piccolo comune di Fornovo San Giovanni in provincia di Bergamo, città più colpita dai contagi da coronavirus e teatro di una forte emergenza sanitaria. Il sindaco ha infatti comunicato a tutta la cittadinanza che "alla luce del DPCM ove è vietata ogni forma di affissione che generi possibili assembramenti, si è dovuta sospendere l'attività di affissione necrologi sulle bacheche adibite".
Si tratta di un modo "per dare comunque possibilità alla popolazione di avere notizie sui defunti affinché si possa inviare un messaggio di solidarietà alle famiglie che hanno perso un loro caro si è deciso di creare questa bacheca virtuale ove non sarà possibile iscriversi e fare altre attività, ma verranno solo postati necrologi". Ed è così che è stata creata una pagina Facebook dove vengono quotidianamente postati i manifesti funebri il cui numero purtroppo non tende a diminuire. Tra le norme restrittive volute dal governo per contenere la diffusione del coronavirus c'è anche il divieto di celebrare in tutta Italia i funerali: le salme dei defunti da coronavirus vengono portate direttamente al cimitero per la sepoltura, senza corteo funebre, senza visite e senza cerimonia religiosa.
Proprio questa mattina i mezzi dell'esercito sono tornati nella Bergamasca per portare via i feretri delle vittime del coronavirus: una colonna di sei camion militari ha trasportato 35 bare da Ponte San Pietro, cittadina a una decina di chilometri da Bergamo, verso la provincia di Bologna. Le salme si trovavano in un capannone, in attesa di trovare una sistemazione. Da settimane le onoranze funebri, i forni crematori e i cimiteri della provincia di Bergamo non riescono a gestire l'alto numero di decessi e funerali da organizzare. Si ripete quindi per la terza volta nell'arco di meno di una settimana la scena che già ha agghiacciato il mondo, diventando una delle immagini simbolo della tragedia.