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Coronavirus, ospedale di Lodi: “Da Milano sempre più casi, servono posti per la convalescenza”

Anche l’ospedale di Lodi rischia di non poter più accettare nuovi pazienti postivi al coronavirus che necessitano di cure per patologie respiratorie: la denuncia arriva a Fanpage.it da fonti interne al nosocomio che in questi giorni ha visto l’arrivo di numerose persone da Milano e provincia i cui contagi sono in aumento. “Servono reparti di convalescenza protetta dove mettere i pazienti che possono lasciare la Terapia Intensiva così da liberare posti”, la proposta avanzata da alcuni medici.
A cura di Chiara Ammendola
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Anche l'ospedale di Lodi è vicino al collasso: i pazienti continuano ad arrivare, questa volta da Milano, e i posti in Terapia Intensiva non sono abbastanza. La più grande emergenza legata al coronavirus nella regione Lombardia sembra ora essere legata proprio alla necessità di reperire posti letto nei reparti di terapia e medicina intensiva: "I pazienti in arrivo sono il 40 per cento mentre quelli che sono dimessi sono circa il 20 per cento – la denuncia che arriva dall'ospedale Maggiore di Lodi – i posti non bastano più, abbiamo occupato tutti gli spazi disponibili, se continuano ad arrivare pazienti da Milano non potremo più gestirli". I nuovi casi infatti giungono principalmente dal capoluogo lombardo e dalla provincia che ad oggi sta vivendo un trend di crescita dei contagi. La provincia di Lodi invece ha un trend in diminuzione continua dei casi positivi: proprio oggi il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana ha fatto sapere che oggi i contagi nella ex zona rossa sono pari a zero.

Picco di contagi a Milano atteso a inizio aprile

L'età media dei pazienti che giungono in ospedale si sta abbassando e tutti hanno bisogno di cure immediate nei reparti di Terapia Intensiva del nosocomio che spesso sono lunghi: "Ogni paziente trascorre in media due settimane in questi reparti prima di essere dimesso – spiegano fonti interne all'ospedale – e quando accade spesso sarebbe necessario un ulteriore periodo di convalescenza protetta così da poter essere monitorati costantemente dai medici". Un passaggio fondamentale che potrebbe accelerare l'uscita dai reparti di medicina intensiva dei pazienti meno gravi liberandone così per i nuovi in arrivo che secondo le stime potrebbe aumentare molto presto: tra due settimane, agli inizio di aprile, è infatti previsto un primo picco di contagi a Milano.

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Attrezza gli ospedali periferici per la convalescenza protetta

Una soluzione potrebbe essere quella di attrezzare i cosiddetti ospedali periferici ad accogliere i pazienti in uscita dalle Terapie Intensive dotandoli di ossigeno: si tratta di strutture già predisposte che avrebbero così necessità di un minore investimento in termini economici e che potrebbe accogliere più facilmente anche il personale sanitario. Sono un esempio gli ospedali di Casale, Sant'Angelo Lodigiano e Codogno, tutti comuni del Lodigiano che ora stanno vivendo un momento di quiete rispetto all'emergenza iniziale ma che potrebbero fare da bacino ai futuri pazienti.

La Protezione civile frena il progetto dell'ospedale da campo

Una proposta che potrebbe rappresentare un'alternativa concreta all'ospedale da campo da 500 posti di terapia intensiva che la regione Lombardia ha proposto di allestire in zona Fiera Milano City. Progetto quello dell'ospedale da campo frenato bruscamente dalla Protezione civile così come spiegato dallo stesso governatore lombardo Fontana: "La Protezione civile nazionale non è in condizione di fornirci né il personale medico infermieristico né i letti di terapia intensiva e la strumentazione necessaria per allestire i padiglioni". Il governatore ha aggiunto verrà fatto comunque un tentativo di allestire la struttura sanitaria con risorse proprie.

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