Coronavirus, Lorini (Asst Bergamo): “Nessuno incontri nessuno, evitate contatti anche in famiglia”
Il direttore del Dipartimento di Emergenza, urgenza e area critica dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Luca Lorini, ha lanciato un appello affinché tutti restino a casa senza avere contatti gli uni con gli altri. Solo così, spiega Lorini, l'emergenza Coronavirus potrà finire presto.
Restare a casa: Non abbiamo capito cosa voglia dire. Nessuno incontri nessuno
"Il "restate a casa" è stato interpretato in maniera un po' strana – sostiene Lorini -. Noi non ci spiegavamo come mai i numeri non scendessero un po' più velocemente. Forse i numeri scenderanno ma una storia che vi voglio raccontare aiuterà tutti quanti a capire dove stiamo sbagliando". Tale aneddoto riguarda un suo amico di 45 anni che circa 8 giorni fa ha contratto il Covid: "È rimasto a casa e sua mamma, come tutte le mamme italiane, è andata da lui, gli faceva la spesa, eccetera. La signora ha portato il virus fuori da casa sua e l'ha contratto sia lei che il marito che poi si sono ammalati". Il racconto continua: "La sorella del mio amico è andata a casa del fratello e poi dai genitori ed è successa la medesima cosa, anche lei si è ammalata. Ecco, non abbiamo capito cosa vuol dire rimanere in casa. Rimanere in casa non è questa cosa qua. La frase che dovete imparare, vi prego, e fatela girare, è: nessuno incontri nessuno. Ogni volta che una persona incontra un'altra persona, deve considerarsi come una persona che può portare e ricevere il contagio. Solo in questo modo noi riusciremo a darvi una mano", spiega a BergamoTv.
Dati positivi: L'80 per cento dei pazienti in terapia intensiva guarisce
L'intervento del direttore del Dipartimento di Emergenza del Papa Giovanni di Bergamo continua con un piccolo spunto sui dati: "Non è il momento di guadare i numeri – suggerisce Lorini -, quelli li guarderemo alla fine perché adesso guardiamo sempre quanti ne sono morti e quanti sono stati infettati. In realtà se vi dicessi quanti ne guariscono vedreste che stiamo facendo un lavoro meraviglioso: ne guariscono dieci volte tanto rispetto a quelli che si ammalano ma adesso è il momento di fare quello che vi diciamo in maniera chiara". Interpellato a riguardo, Lorini parla poi dell'offerta di assistenza messa in campo dal suo ospedale: "Abbiamo montato tanti livelli di cure. Il primo è il pronto soccorso dove nei momenti critici sono arrivati anche 90 pazienti positivi al Coronavirus al giorno. Di loro, 50 necessitavano di ricovero: nei reparti se non stavano male, in subintensiva se accusavano un po' la malattia, e in terapia intensiva se stavano malissimo". Ad oggi al Papa Giovanni ci sono "100 posti letto" in terapia intensiva "di cui 88 dedicati al Covid. Queste persone hanno un'alta probabilità di guarigione. Non pensate che tutti quelli che vengono là dentro finiranno male: la stragrande maggioranza di questi pazienti, il 70-80 per cento di loro guariranno e torneranno a casa. Ne abbiamo già guariti una ventina e continueremo a guarirli. Quello dell'ospedale di Bergamo è un modello che tanti ospedali stanno prendendo come esempio".
L'appello: Fate quello che vi dico e tutto ciò sarà presto un ricordo
Infine, un chiarimento sul tempo di degenza dei pazienti ricoverati in terapia intensiva a causa del Coronavirus: "Stanno da noi 20-25 giorni, il doppio rispetto a una polmonite normale che curavamo in terapia intensiva fino all'altro ieri. Su 100 persone che arrivano in pronto soccorso, 60 vengono ricoverate: di loro almeno 5 finiscono in terapia intensiva". La chiosa è poi dedicata nuovamente all'appello iniziale: "Mi raccomando, nessuno incontri nessuno. I miei figli, che sono moderni, hanno fatto l'hashtag su questa frase. Abbiate fiducia, bergamaschi, ci rialzeremo bene. Se voi fate quello che vi dico, questa cosa tra poco sarà un ricordo".