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Coronavirus, la denuncia dei medici di Milano: “Siamo senza mascherine, si gioca col fuoco”

“Vogliamo continuare ad essere al fianco dei nostri pazienti, ma come possiamo farlo efficacemente se non ci vengono dati gli strumenti minimali per difenderli e difenderci?”. Sessanta medici di base dell’area milanese hanno inviato una lettera alle autorità per denunciare la mancanza di mascherine. I dispositivi di protezione individuale “sono stati dati solo ai colleghi della zona rossa, alla continuità assistenziale, al 112, al pronto soccorso, agli ospedali, ma non ai medici di medicina generale”, si legge nell’appello, “state giocando col fuoco”.
A cura di Simone Gorla
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"State giocando con il fuoco". Sessanta medici di base dell'area milanese hanno inviato una lettera al ministro della Salute Roberto Speranza, al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e all'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, ma anche al direttore generale dell'Ats Città metropolitana di Milano, Walter Bergamaschi, per denunciare la carenza di dispositivi di protezione personale come mascherine e guanti anche per i dottori nel pieno dell'emergenza coronavirus.

"Inizia una nuova settimana di fuoco e, come sempre, saremo in trincea, in prima linea. Ma con quali armi?", chiedono i camici bianchi nella lettera riportata dall'AdnKronos. "Nonostante le promesse e le rassicurazioni, finora i dispositivi di protezione individuale (Dpi) sono stati dati solo ai colleghi della zona rossa, alla continuità assistenziale, al 112, al pronto soccorso, agli ospedali, ma non ai medici di medicina generale".

"Vogliamo continuare ad essere al fianco dei nostri pazienti, ma come possiamo farlo efficacemente se non ci vengono dati gli strumenti minimali per difenderli e difenderci? Siamo una delle ultime barriere contro l'estensione dell'infezione", scrivono ancora i medici di base milanesi. "Senza noi ci sarebbe l'assalto al pronto soccorso. Se il sistema non collassa, gran merito è anche per la nostra attività costante di triage, selezione, consiglio, visita, pur continuando ad essere attivi per la quotidiana attività per i pazienti cronici, per le acuzie, per la prevenzione e, in particolare, per l'influenza stagionale, con la frequente difficile diagnosi differenziale con l'infezione da coronavirus".

In conclusione, il messaggio riprende l'invito di due dottoresse della zona rossa che nei giorni scorsi hanno chiesto aiuto.:"Mettete tutti i medici di medicina generale ancora sani in condizione di non ammalarsi".

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